Mi chiamo Anna Mattiuzzo e sono un’insegnante che prova anche ad essere un’illustratrice. Sono nata 32 anni fa, probabilmente già con i pastelli colorati tra le dita e la testa fra le nuvole, in una piccola cittadina di mare che si chiama Grado (in provincia di Gorizia) per poi crescere ad Aquileia. (come avrete già capito amici di NERO questa volta abbiamo deciso di fare un tuffo nel mondo dell’illustrazione, seguendo il flusso cosmico di una “conoscenza” ritrovata magicamente da il bianco delle ossa a Sexto’Nplugged…ma questa è un’altra storia!…intanto godetevi questo dialogo con i colori tra le dita…)

Mi ritengo una persona colorata e dalle mille sfumature (e non solo nei capelli), ho un’anima da Peter Pan e vorrei vivere ad Oz. Amo il mondo dell’illustrazione, del fumetto, dell’animazione e le serie tv. Amo leggere, in particolare ho una predilezione per i classici (Jules Verne è uno dei miei idoli) ma adoro anche le cose contemporanee e stravedo per la Rowling. Per non farmi mancare nulla sono anche una vera patita di cinema (Wes Anderson, Luc Besson, Guillermo del Toro, Tim Burton e Christopher Nolan sono alcuni dei miei preferiti) ed in alcune cose sono proprio Nerd, da rasentare il caso clinico (tipo se ci dovessimo mettere a parlare di Harry Potter.. una delle mie manie).
Nonostante tutto questo colore ho una personalità un po’ “NERA”, perché sono un po’ introversa e tendente al depresso e al pessimismo cosmico. Amo la musica dark e le atmosfere un po’ tristi e malinconiche, perché rispecchiano il mio essere. Diciamo che vivo un po’ in una costante duplicità.
1.Guardando un po’ la pagina facebook di Anna ci viene subito da chiedere perché la vediamo spesso vestita da tank girl, esploratrice ottocentesca o dark lady. (consapevoli che non sono i costumi tipici di Aquileia…)…le insegnanti alle volte si sa che son più visionarie dei propri allievi…
Sì capita di vedermi conciata in qualche modo strano a volte. Ne sono conscia. Ed è una cosa che mi chiedono spesso… ma perchè ti vesti così? Allora intanto preciso che non vado in giro così, non sono una cosplayer e neanche una fissata con le rievocazioni storiche… Un’altra mia grande passione è la fotografia. Mi piace come forma d’arte e ho sempre apprezzato e ammirato i fotografi capaci di cogliere attimi in uno scatto, ma anche quelli che costruiscono dei mondi nelle loro foto. Dietro un bello scatto c’è sempre molto lavoro e costruzione, rielaborazione e gusto.
Per rispondere alla domanda, beh tutto è nato come un gioco: ho la fortuna di conoscere persone molto brave con la macchina fotografica, anche con stili molto diversi tra loro. Si è iniziato a parlare e ad immaginare insieme, perchè alla fine creare un set fotografico è un po’ come inventare una storia. Si pensa ad un personaggio, a quali caratteristiche dargli, a dove inserirlo… si pensa ad una location, al trucco, ai costumi.. ho pensato potesse essere divertente partecipare alla costruzione di tutto ciò e quando mi è stato proposto di impersonare questi personaggi facendo da modella ho accettato. Senza nessuna pretesa di credermi una fotomodella (mi vien da ridere al pensiero), ma solo per dar vita a idee condivise e per divertirmi. Poi ho scoperto che la cosa mi piace: mi entusiasma pensare ad un set, alle cose necessarie per crearlo e quindi l’ho rifatto. In realtà mi diverte quindi conciarmi così, ma mi diverte ancor di più ragionare insieme al fotografo su quello che si può creare. E’ un esercizio di immaginazione molto stimolante.
(aggiungiamo che i fotografi che accompagnano Anna in questi progetti onirici sono Erik Canciani e The Ory Photoart…)
2. Viene quindi naturale la curiosità più infantile nel voler sapere quale è stato il suo percorso per diventare illustratrice (abbiamo avuto la fortuna di vederla all’opera a Sarmede, durante un corso, e strappato subito dopo i nostri disegni per “lesa maestà”…sprofondando anni luce dietro alla sua scia di colori..)
Che io mi ricordi ho sempre disegnato.. mi ricordo con colori e matite in ogni momento… è una risposta scontata, ma è così. Mia madre amava dipingere e mi ha trasmesso questa passione. Mia sorella lavora nel campo dell’artigianato (è una rilegatrice) e abbiamo collaborato spesso. Poi il mio percorso di studi è stato diverso, ma l’amore per il disegno non è mai sfumato, anche se sicuramente la svolta alla mia vita in questo senso è stata Sarmede. Quando ho frequentato la Scuola di Illustrazione di Sarmede ho capito che volevo diventare illustratrice, mi sono innamorata di questo mondo e delle sue sfumature.
Poi non è che decidi che vuoi essere qualcosa e puff magicamente lo diventi. Io non mi sento ancora un’illustratrice con la I maiuscola. Ci sto provando.. ho iniziato, anche a fatica, a conoscere le tecniche e come funziona come ambiente, ho sperimentato e mi sono documentata. E non è certo facile, a volte. Io poi tendo ad essere una perfezionista, vorrei fare le cose in un certo modo e non sempre ci riesco. Anche se magari do il meglio non sempre quello che ne esce mi soddisfa e ho la tendenza ad essere molto severa con me stessa. Questo non aiuta. Quindi mi abbatto, mi sento frustrata e mi arrabbio da morire con me stessa. Col tempo ho iniziato a capire i miei limiti, a cercare di migliorarmi senza punirmi troppo… tutti dobbiamo imparare. Perciò continuo ad andare avanti perché amo perdermi nelle mie storie
e nella mia immaginazione ed anche perchè alla fine qualche risultato sto iniziando a vederlo.
Nel 2013 è uscito il mio primo albo illustrato, “Bianca vestito di neve”, che ha anche vinto il secondo premio “illustratori” a Cento (son soddisfazioni…) e ora è in uscita il secondo che ha vinto il primo premio a Schwanenstadt e che si intitola “Quattro passi al Polo Nord”… Nel cassetto ho altre storie da raccontare e illustrare. Al momento sto lavorando ad un’altra opera inedita. Vedremo!
3. Quindi ci proviamo anche noi a fare i nerd dell’illustrazione ( o comunque darci un tono) e ci schiariamo la voce per chiedere che tecnica le piace usare e qual’è il colore preferito che usa nei suoi lavori (ci speravamo proprio ci dicesse il nero ma dobbiamo ancora affinare la nostra tecnica di auto-sponsorizzazione della rubrica… e poi Anna non è mica una tipetta a cui la si fa così sottogamba…p.s: scusaci per “la tipetta”)
Allora diciamo che le mie tecniche preferite sono tempere, acrilici e matite colorate. Ma anche in questo mi ritengo un po’ schizofrenica: mi piace provare cose nuove ed imparare nuove tecniche, oppure mischiarle, vado a periodi, ecco. Anche se alla fine tendo sempre a tornare da tempere e acrilici.
Non c’è una cosa particolare che al momento vorrei imparare, quindi, perchè vorrei provare tutto. Se proprio devo rispondere però, direi che in questo preciso periodo vorrei potenziarmi nell’uso delle tempere. Ho scoperto che è una tecnica che mi piace tantissimo e che ha mille possibilità. Tuttavia mi ritengo ancora inesperta a volte, quindi vorrei arricchirmi in questo senso. Vorrei anche migliorare nel disegno a matita. Una cosa nuova in cui vorrei cimentarmi invece è la pittura digitale: in questo campo sono mooooolto ignorante e mi piacerebbe imparare ad illustrare anche con questo mezzo fantastico. Vedo cose meravigliose create in digitale ed è una cosa che mi stuzzica davvero!
Direi che lo stesso vale per i colori. Intanto dovrei precisare che per me non esiste UN colore, ma direi una palette di colori (cioè un insieme di toni). Non inizio mai un progetto pensando ad un colore unico, ma ad un gruppo di colori. Questi variano da progetto a progetto, a seconda di quello che voglio trasmettere. Se dovessi pensare al gruppo di colori che uso più spesso… beh non è facile. Uso molto le sfumature del blu, i grigi, le terre d’ombra, l’ocra, ma anche i rossi. Ma dipende dai periodi, ripeto.
4. Ci interessa molto anche capire come sviluppa una storia…cioè se partecipa anche alla sceneggiatura oltre che all’illustrazione e se vi è un genere di storie che le piace raccontare più di altre (leggasi anche soggetti che vorrà sviluppare in futuro…oppure storie che tiene nel cassetto..)
(…anticipiamo che la redazione de il bianco delle ossa s’inchina davanti ad Anna per averci donato una sincerità splendente…)
Amo scrivere, quindi se posso parto sempre da miei racconti. Non sempre però: ad esempio per il libro che uscirà a febbraio (Quattro passi al Polo Nord) ho lavorato sulla storia di un’altra persona. Per quanto mi riguarda parto quasi sempre da idee, immagini o situazioni che mi balzano in mente. Me le annoto e da lì inizio a lavorarci sopra e ad elaborare un racconto. Quindi traduco la storia in immagini, con uno storyboard e poi passo a creare le illustrazioni definitive che però non è detto che siano la replica del testo. Nelle illustrazioni si racconta anche altro, si aggiungono altri dettagli che magari nel testo non ci sono. Non mi occupo dell’impaginazione perché le mie competenze grafiche al momento non me lo consentono.. però mi piacerebbe occuparmi anche di quello.
Non credo esista un genere di storie che mi piace raccontare. Amo le storie. Punto. Io sogno, sogno sempre ad occhi aperti… e quello che mi piace raccontare è il risultato dei miei sogni. Al momento sto lavorando ad una mia storia che è nel cassetto da tanto tempo, a cui sono molto affezionata e alla quale mi sto dedicando da molto. Spero che veda la luce prima o poi.
Per il futuro i progetti e i sogni sono tanti. Vorrei illustrare una storia su mia madre, che ho perso circa due anni fa. La storia l’ho già scritta, come dettatami in sogno da lei stessa.. quindi è una di quelle cose che vorrei portare avanti.
E poi mi piacerebbe anche illustrare qualcosa per adulti. Non so cosa di preciso, ma magari qualcosa di macabro che rispecchi un po’ il mio animo dark.
5. …E prima di lasciarla andare approfittiamo per romperle le scatole con qualche consiglio sulle SERIE TELEVISIVE ( ci stiamo intrippando via anche noi ma essendo così tante soffriamo di perdita di controllo…)
Non mi ritengo un’esperta. Anche perchè tendo ad essere un po’ selettiva, scegliendo le cose che sono vicine ai miei gusti. Non sono una nerd che guarda tutto per poi farne delle recensioni, primo perché non ho tempo, secondo perché guardo ciò che mi ispira. Quindi potrei dare dei consigli, certo, ma non chiamatemi esperta. C’è gente messa molto peggio di me. Al momento, se dovessi consigliare qualcosa, direi “Sense8” dei Wachowsky (per chi ama lo sci-fi), “The man in the high castle”, serie ispirata al libro “La svastica sul sole” di Philip K. Dick, che immagina un futuro alternativo, dove la II guerra mondiale viene vinta dalla Germania ed infine, come ciliegina sulla torta “Ash VS Evil Dead”, di cui ho visto il finale di stagione proprio ieri, un vero capolavoro firmato Sam Raimi! Per chi ama l’horror umoristico, le motoseghe e il sangue!
…se volete seguire i voli artistici di questa pazza con i capelli colorati date un occhio su FB: Anna Mattiuzzo Illustratrice oppure se siete impavidi Anna Esmè Squalor.
…nero è un tratto necessario