Cinema – Anni Felici

anni-felici-kim-rossi-stuart-e-micaela-ramazzotti-in-una-tenera-scena-del-film-281536Decidere di mettere in scena parte della propria vita ed in particolare un momento così significativo come la separazione dei propri genitori non credo sia una scelta facile, per quanto uno possa sentire il bisogno catartico di staccarsi da un evento e poterlo analizzare, sviscerare ed infine riguardarlo da adulto e da spettatore e non da protagonista. Cosa ancora più ardua quando i genitori sono ancora in vita, i quali per forza di cose costringono ad un confronto e ad un giudizio.

Così Anni Felici di Daniele Luchetti con Kim Rossi Stuart nella parte di suo padre, Micaela Ramazzotti in quella di sua madre, il già bravissimo Samuel Garofalo nella sua e l’altrettanto delizioso Niccolò Calvagna in quella di suo fratello minore.

Il film ripercorre l’estate del 1974 in cui, nel film, Guido e Serena si trovano a vivere i momenti più difficili del loro amore che pur essendo molto grande non riesce ad abbattere alcune convinzioni dei due coniugi rispetto al matrimonio o un certo loro sentire rispetto al ruolo che il partner deve avere.

Guido è un artista d’avanguardia di discreto successo ma che non riesce a convincere la critica e ad imporsi nel panorama nazionale, sua moglie Serena, vagamente infantile nei modi, è la sua più grande fan e supporter e vorrebbe stargli sempre a fianco, anche in maniera testarda, per gelosia o troppo amore, finendo col combinare guai e a fargli danno più che piacere.

Trascinati in questa costante rincorsa della madre i due figli che a loro volta intuiscono le debolezze del padre nei confronti delle sue modelle ma che gli reggono il gioco per non scatenare le scenate di Serena. Ma l’equilibrio già precario subisce un tracollo e da un certo punto in poi la loro vicenda famigliare ha risvolti inattesi.

Rossi Stuart e Ramazzotti restituiscono emozioni di grande intensità attraverso volti struccati, visi segnati su cui indugia a lungo la cinepresa in efficacissimi primi piani.

Per forza di cose la sceneggiatura di Rulli e Petraglia va a toccare i temi più sensibili di quegli anni, come la libertà di coppia di cui si riempiono la bocca gli uomini per poi rifiutarne la messa in pratica da parte delle loro donne ed il bisogno di emancipazione delle donne rispetto ai propri mariti. Momenti fermati sulla pellicola della prima super8 di Luchetti tanto agognata da portarla sempre con sé una volta ricevuta.

E poi il ragionamento sull’amore che ha mille forme e che può stupire o addirittura scioccare.

La cosa più bella è vedere che a quarant’anni di distanza ci si può voltare indietro e pensare che davvero, nonostante il pathos, come dice la voce di Luchetti nel film quelli vissuti erano anni felici. Un bel racconto.

http://www.youtube.com/watch?v=Na0Gol6w56I

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