Live – Paletti @ New Age Club

recensioni-palettiBasico, informale, diretto.
Quando i giri di parole non servono.

Sabato 6 aprile Pietro Paletti aka Paletti e basta si è esibito al New Age Club di Roncade (TV) durante la piacevole Indie Night presentando sul palco un artista totalmente diverso da quello che avevo ammirato ed apprezzato tre anni fa come bassista dei “The R’s”.

Già il suo primo EP (“Dominus”, ndr), risalente all’anno scorso, aveva ben impressionato pubblico e critica facendo parecchio parlare di sè, ora, con il nuovo lavoro “Ergo Sum”, Paletti si impone e soprattutto viene riconosciuto come una delle realtà underground più belle e promettenti dello stivale.

L’inizio è un po’ in sordina: sul palco lui assieme ad altri tre musicisti, il locale è abbastanza popolato, ma non come mi ha abituato in altre occasioni; poco male mi dico, meno tempo speso a spingersi e sgomitare per accaparrarsi una vitale boccata d’aria. La seconda nota positiva di cui mi accorgo quasi subito è come nel giro di pochi minuti tutti i presenti siano assolutamente attenti e ben concentrati sulla performance, non c’è chi gironzola o si accalca freneticamente al bar, ci sono persone che vogliono ascoltare del buon cantautorato. Così si che mi piace.

Il concerto procede liscio, piacevole, i testi sono brillanti e le melodie davvero orecchiabili, Paletti scambia quattro chiacchiere con il pubblico toccando argomenti cari a tutti come (ahinoi) l’odierna situazione politica italiana, ma anche riflessioni e pensieri più strettamente intimi e personali; toccante soprattutto il racconto del rapporto conflittuale con il padre che una disgrazia ha poi fatto migliorare.
Il bresciano ci sa fare sul palco: fa sentire la sua presenza, la parlantina è simpatica e fluente, coinvolge con le sue chiacchierate e soprattutto con la musica d’impatto; passa infatti in rassegna tutto il suo repertorio, senza ripetersi, senza annoiare e giustamente enfatizzando i suoi pezzi più orecchiabili e trascinanti come “Adriana” e “Cambiamento”. E c’è chi balla.

Il tutto si conclude tra gli applausi, applausi meritati per chi, a parer mio, sta cercando di cambiare il volto del pop italiano, di farlo maturare concettualmente e stilisticamente, di riportarlo ai livelli di eccellenza che, nello stretto caso italiano, ha avuto solo nel panorama di molti, molti, direi troppi anni fa.

La serata procede, la musica si alza, la gente balla.
Io mi adeguo, un po’ più rincuorato sulle sorti future dell’italica pop music.

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