Live – The Lumineers @ Estragon Bologna

lllMartedì 3 Dicembre 2013 mi sono ritrovato, quasi inaspettatamente, all’Estragon di Bologna per l’unica data italiana dei Lumineers, band folk rock statunitense.

La decisione di presenziare è stata presa un paio di giorni prima e mi presentavo un po’ alla sbaraglio dato che a parte la celeberrima “Ho Hey” non avevo la minima idea di cosa potesse proporre il trio statunitense.

Arrivo sul posto verso le 21, la serata bolognese è dannatamente fredda, niente vento che ti lacera la pelle come ormai è abitudine nella mia bella Trieste, ma un freddo infido, che ti penetra nelle ossa e che trasforma i miei mocassini hipster in due blocchi di ghiaccio.
Ghiaccio sempre molto hipster ovviamente.

Finalmente si entra all’Estragon: la temperatura torna decente, complice anche il numero dei presenti (concerto SOLD OUT da tempo) e si respira già una bella atmosfera.
Sul palco infatti si stanno già esibendo Thao & The Get Down Stay Down, band alternative rock molto energica e divertente guidata dall’asiatica Thao, uno scricciolo di ragazza che però sa il fatto suo e passa con disinvoltura dalla chitarra al banjo, dalla slide-guitar all’ukulele. E ovviamente canta.
Divertente è la parola giusta perché la musica non è troppo impegnata, ma decisamente coinvolgente ed orecchiabile: mix perfetto per un gruppo spalla. Thao poi è letteralmente scatenata, strappa applausi continui e all’ultimo pezzo viene raggiunta dai Lumineers per una bella cantata in allegria tutti assieme. Una bella esperienza sia per loro che per il pubblico.

Poi arriva il momento dei protagonisti: The Lumeneers.

Vengono accolti con un boato e una partecipazione che, dall’alto della mia ignoranza, non mi aspettavo, ma capisco subito il motivo.
Il trasporto, le melodie, la calda sonorità folk sprigionata sul palco sono davvero impressionanti e il fascino del violoncello, di un vecchio pianoforte stile “saloon” e della vecchia country guitar si fanno sentire, soprattutto su un romantico come il sottoscritto.

L’amalgama del gruppo è perfetta, le voci giocano e si incastrano, Wesley Schultz dirige il tutto con maestria e l’incalzare di ballate folk come “Submarines”, “Stubborn Love” o “Flowers in Your Hair” rende il tutto magico e molto retro. Giurerei di aver visto più di qualcuno accendersi la pipa.

Ad un tratto Wesley e soci fanno cenno al pubblico di aprire un varco, cosa che incredibilmente va in porto nel giro di pochi secondi e senza conseguenze tragiche “all’italiana”, e si calano dal palco passando tra la gente pronti ad eseguire un paio di pezzi in acustico circondati da migliaia di occhi adoranti. Tutto molto bello.
Da sottolineare anche come i ragazzi di Denver abbiamo più volte pregato il pubblico di non perdersi il concerto a causa dei loro cellulari e tablet, cancro del nostro tempo, di non distrarsi con video e foto, ma anzi di apprezzare il calore della situazione, di vivere il momento: “Please put down tour peones and sing with us, we are here for you”. Bravi ragazzi.
C’è ancora il tempo per un paio di pezzi nuovi che anticipano evidentemente un prossimo cd e poi si chiude in bellezza con una versione davvero lunga e sontuosa di “Big Parade” e tutti, me compreso, ci ritroviamo quasi inconsciamente a cantare e ballare e cantare e ballare e bere una birretta e ballare.

Si conclude così il concerto più inaspettato del 2013, la sorpresa, la rivelazione, la performance maiuscola dei Lumineers che mi ha fatto trascorrere in maniera ancora più piacevole questa piccola trasferta bolognese.
Cheers.

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