Recensione – Arcade Fire al Castello Scaligero di Villafranca – Verona – 24 06 14

foto 3Recensione – Arcade Fire al Castello Scaligero di Villafranca – Verona – 24 06 14

Ma perché si fanno grandi concerti nel centro delle città?
Ok, il Castello Scaligero è carino, i negozianti ringraziano, le amministrazioni guadagnano. Ma se vado a vedere un concerto, delle mura medievali mi interessa relativamente. Magari mi interesserebbe di più non girare come una trottola affannata nel traffico preserale di una cittadina, i cui parcheggi sono occupati da ore e bastano a malapena per i residenti, per cercare un posto dove gettare l’automobile. Perdinci, siamo nella pianura padana: ci sono stadi, parchi e smisurate lande libere, con immensi spazi attorno!

Dopo aver infine incastrato la vettura in un remoto fazzoletto di asfalto non debitamente circondato da strisce bianche, ed essermi raccomandato agli dei per non trovare sorprese cartacee sul parabrezza al ritorno, entro finalmente nel Castello.

Il colpo d’occhio è carino, devo ammettere. Il verde del pratino (sì, l’interno è un immenso prato), le migliaia di giovani e mediogiovani già appostati e accovacciati, la musica (dimenticabile) del gruppo spalla, che proviene dall’enorme palco. Fa da soffitto un cielo coperto nubi gravide di cattiveria.
Ci appostiamo relativamente vicini al palco. Tanto, ragiono, la folla dei fan degli Arcade Fire non è metallara, ondeggiante e pogante.
Abbastanza in orario, forse sollecitati dal diluvio incombente, inizia il concerto.
Avevo visto la band due anni orsono, e mi avevano colpito, nonostante un’amplificazione non perfetta, poco contorno video e scenografico.
Vediamo quindi com’è questo nuovo Reflektor Tour.

Il palco è sormontato da una serie di enormi specchi esagonali, evidentemente atti a riflettere la luce, come dal titolo del loro ultimo successo.
Ah, prima una nota, ultra positiva stavolta, sui servizi di ristorazione (birra, piadine panini, etc), tutto intorno. Invece delle solite chilometriche e interminabili code, due minuti e sei con panino e birra in mano. Delle vere macchine da guerra!
Inizia il concerto, dopo l’annuncio di un personaggio totalmente ricoperto di schegge di specchio: aprono con il singolo “Reflektor” e l’ovazione del pubblico è totale. Le congas dal vivo scandiscono il ritmo insieme alle due batterie. Sono in undici sul palco, purtroppo però non si riesce a distinguere molto bene strumento per strumento, forse perché sono in posizione leggermente laterale, forse perché il mixerista deve ancora settare bene i volumi.
Seguono a stretto giro “Flashbulb Eyes” e “Power Out”, senza quasi pause. Infatti in “Rebellion (lies)” Win Butler si perde, manca un attacco e si scusa simpaticamente mentre comunica alla band di riprendere dal giro precedente.
Piccola cosa se si pensa all’immenso concerto che gli Arcade Fire ci stanno offrendo qui a Villafranca, una delle sole due date italiane, insieme a Roma, il giorno prima.
Le canzoni continuano e la scaletta segue un percorso attraverso i 4 album: Funeral (2004), Neon Bible (2007), The Suburbs (2010) e ovviamente Reflektor dell’anno scorso.
foto 4Regine Chassagne passa da uno strumento all’altro, perfino una ghironda (un organetto a manovella), ed è sempre così sorridente ed allegra… Un vero tripudio di gioia che contagia anche noi del pubblico. L’apice viene raggiunto a “Here comes the night time” con i cannoni che sparano in aria una pioggia di coriandoli colorati. Siamo tutti in estasi, con le mani protese in aria per acchiappare i colori e le note.
Tra parentesi, la pioggia, quella minacciata dal meteo, quella che sta oscurando le stelle… Quella non arriva!
E in concerto finisce all’asciutto con la bellissima “Wake up”.

Concludendo: dal vivo gli Arcade Fire allungano forse troppo le bellissime canzoni e danno di sé un’immagine troppo da perfettini “primi della classe”. Possono permetterselo, perché il nostro voto non può che essere 10 e lode. Promossi col massimo dei voti!

 

SCALETTA COMPLETA
Reflektor
Flashbulb Eyes
Neighborhood #3 (Power Out)
Rebellion (Lies)
Joan of Arc
The Suburbs
The Suburbs (Continued)
Ready to Start
We Exist
We Used to Wait
Keep the Car Running
No Cars Go
Haïti
My Body Is a Cage
Afterlife
It’s Never Over (Oh Orpheus)
Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)

Pie Jesu
Here Comes the Night Time
Normal Person
Wake Up

 

 
Massimo Adolph Nutini e Federica Tomietto (Tre Civette sul Comò)

24 06 14 – TheGreatComplottoRadio.com