Recensione – “Awakened”, As I Lay Dying

Recensione- As I Lay Dying“Awakened”, ultima fatica degli As I Lay Dying uscita per Metal Blade Records,  necessita di numerosi ascolti prima che possa essere capita veramente, ma già dalla prima traccia, Cauterize, il tutto fa presagire ad un massacro sonoro a cui la band americana ci ha abituati in questi anni.

 “A Greater Foundation” e “Resilience” inframmezzano l’album con nuove sperimentazioni sonore, dei pezzi molto ben costruiti nel complesso che alternano il vecchio sound deathcore americano a melodie degne di emo-punkrock band da MTV.

Per quest’ultimo album, hanno optato infatti per una corposità maggiore nei riff e nei suoni che rendono l’ascolto dei cori melodici più piacevole ed emotivamente coinvolgente, visto il nuovo ruolo del bassista Josh Gilbert che in questo lavoro conta una presenza vocale praticamente in ogni pezzo, quando nei precedenti album due o tre canzoni al massimo vantavano la sua prova canora.

Questo ha sicuramente contribuito ad una maggiore vendita e ad un accrescere di fan nelle file dei più giovani, e altrettanto sicuramente ha fatto storcere il naso anche a molti dei vecchi fan, fermo restando che le loro prove dal vivo, rimangono delle esibizioni veramente magistrali, che sia in un grande festival o in un locale di provincia; questo, a prova della loro raggiunta maturità da un punto di vista scenico oltre che musicale.

L’album scorre in maniera gradevole senza creare sensazioni di noia, fino all’arrivo di “Defender”, in cui non c’è speranza per qualsiasi fan del metal, perchè sia esso in camera, in macchina o in mezzo ad una piazza affollata, all’arrivo del breakdown, la necessità di fare headbanging diventa fondamentale, non curandosi della presenza di nessuno. Un pezzo riuscito, indubbiamente.

L’album infine si chiude con “Tear Out My Eyes”, altro brano degno di nota in cui l’ultra palestrato cantante Tim Lambesis sfodera uno scream tagliente, sempre accompagnato dai cori di Josh e dalle 6 corde di Nick Hipa, giovane chitarrista di origini hawaiane, giapponesi e irlandesi che incastra melodie attorno alla linea vocale pulita.

Un lavoro ben costruito.

VOTO: 8

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