Recensione ‘Guè Pequeno – Bravo Ragazzo Tour′ @Supersonic Music Arena 14.12.2012

Recensione di Invisibile.

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Sabato 14 dicembre, a San Biagio Di Callalta (TV), presso la Supersonic Music Arena, si è tenuto il concerto di una delle figure di riferimento della scena hip hop italiana, Guè Pequeno, leader dei famigerati Club Dogo. Lo spettacolo, unica data del Triveneto del ‘Bravo Ragazzo Tour’ era organizzato da Azalea.

Il locale, che pare prestarsi bene ad un evento di tale portata, nella serata in questione ha accolto soprattutto giovani e giovanissimi (età media apparente: sedici anni). Tuttavia, a tratti e forse anche proprio per questo motivo, si ha come l’impressione che una buona parte degli spettatori  creda di trovarsi ovunque tranne che ad un concerto di musica Rap, vista la ammirevole (?) capacità di creare una situazione che a momenti ricorda le sfilate di moda dove ogni concorrente mette in mostra le sue “potenzialità”, quasi fossimo alla Sagra del Testosterone.

GuePequenoRecensione (1)Il pubblico inizia ad arrivare già dalle 21, trovando prima l’intrattenimento di un Dj set, seguito poi dai Prima Classe, un gruppo Rap locale che apre la serata e scalda la situazione fino all’arrivo dell’atteso ospite. Guè sale sul palco alle 23, accompagnato dal suo Dj, dal batterista, dalla seconda voce e da Vincenzo Da Via Anfossi. Va detto che pochi sono i rapper italiani che portano la propria musica dal vivo accompagnati da una band. Trovare sul palco, oltre all’immancabile Dj, anche un talentuoso batterista, ha dato una marcia in più al live, permettendo così di offrire uno spettacolo leggermente diverso rispetto a quello che solitamente presentano i concerti di questo genere.

Una nota negativa riguardante il locale, balza all’evidenza non appena inizia la performance di Guè, all’anagrafe Cosimo Fini: mentre l’Mc si esibisce, non sento limpidità nella voce, che viene soffocata dal volume delle strumentali. Nonostante ciò, il pubblico non pare troppo disturbato, forse perché tutti sanno le canzoni a memoria e spesso accompagnano Guè rappando le strofe insieme a lui.

Alle spalle degli artisti presenti sul palco, inoltre, si trovano diversi schermi che proiettano immagini, fotografie e videoclip del membro dei Club Dogo, cosa che ha permesso di caratterizzare ogni pezzo con luci ed atmosfere diverse, senza stancare o annoiare i presenti.

La scaletta del concerto ha visto susseguirsi per un’oretta i brani tratti dall’ultimo album, che dà il nome al tour (da Uno Come Me a Brivido, passando per Business) e quelli più datati (come Puro Bogotà e S.E.N.I.C.A.R.). Spesso però, le basi sembrano più legate ad altri generi musicali, non facendo pienamente parte della musica Rap, dove i campionamenti sono spesso presenti e sanno regalare emozioni forti, amalgamandosi a testi e flow di un Mc.

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Concludendo, non posso non pormi la seguente domanda: sono davvero sicuro che quello che ho visto si possa definire come un concerto di musica Rap? Molti, di fronte ad una domanda del genere, risponderebbero con un ‘no’ secco e deciso. Perché? Perché il rap nasce in America per far sì che i ragazzi abbiano un’alternativa alla violenza, per dare un modo costruttivo di esprimersi a chi prima non sapeva come comunicare i propri pensieri. Fu questo genere ad offrire un modo nuovo per sfogare la propria rabbia. Durante il concerto in questione i testi e i modi di fare dell’artista erano molto distanti dalle fondamenta di questo genere, le parole e le tematiche affrontate offrivano panorami molto distanti da quello che è il rap pieno di verità forti capace si far riflettere. È importante, se non fondamentale per la propria stessa sopravvivenza, che un genere evolva negli anni e cambi ma quando lo fa in modo così distante dal punto di partenza il risultato porta a qualcosa di quasi irriconoscibile nell’alveo del genere di partenza. Questa, almeno, è la mia convinzione, evidentemente non quella del mercato discografico italiano. Vedremo cosa ci riserva il futuro.

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