Recensione – Majakovich – Il primo disco era meglio

Recensione_Majakovich

Artista: Majakovich
Anno: 2014
Durata: 41 minuti

Una delle prime cose che salta subito all’orecchio ascoltando il disco di Majakovich è l’andamento di quest’album. Una varietà di ritmi e velocità che sembrano rappresentare un’onda. Cambiamenti di velocità che non addormentano o rallentano eccessivamente l’album, anzi  riescono a mantenere alta l’attenzione per chi, come me, non ha una gran passione nell’ascoltare un disco che mantiene sempre la stessa intensità. C’è un’alternanza quindi di riff veloci e forti, con tanta energia mista alla rabbia dei testi da voler esprimere (Devo far presto, La verità, Cristo), a brani più tranquilli (Colei che ti ingoia, Ufo, Ho già deciso) che danno il tempo di prendere fiato.

 

Il primo disco era meglio” è un album che scorre veloce, con parole chiare, a volte provocatorie (il titolo in primis), per la prima volta in italiano per Majakovich, e tante parti che richiamano ad un cantato di gruppo, voluto o meno, quasi a voler allargare il sentimento dei testi a chiunque li ascolti. Un disco che coinvolge ed invoglia ad essere riascoltato più volte, per cogliere a pieno i testi, che con un italiano diretto e semplice, uniti ad una coralità e cantabilità non da meno, non esitano ad essere facilmente ricordati anche sono dopo pochi ascolti. Il disco si chiude con Prodezze, brano di 5 minuti e 20 con un testo che potrebbe tranquillamente essere una poesia. Durante la traccia si vuole dare molto spazio ai suoni ed alla parte strumentale, che rappresenta una vera e propria conclusione di un lavoro. Prodezze accompagna l’ascolto verso la chiusura del disco in un modo più che appropriato.

In una malinconica Era meglio il gruppo canta:“Senza vestito eri meglio. Quando era meglio, era meglio. Il primo disco era meglio. Giovani dentro era meglio.” Sicuramente i Majakovich sono cresciuti, ma non sono sicuro che giovani dentro fosse meglio. A voi il giudizio.

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