Recensione – Nagel : Seven Songs for a Disaster

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Nagel, duo formato dal tastierista Alberto Fiori e il violoncellista Francesco Guerri, esce con Seven Songs for a Disaster, disco di esordio per l’etichetta  Trovarobato Parade.

Disco molto elettronico il cui suono viaggia tra il jazz e la dodecafonia, i cui brani spaziano dal concettuale all’hard core.
Molto stile non c’è che dire.

Il disco parte con la malinconica But First, forse il pezzo più bello dell’intero album. Bello lo speech utilizzato in diversi brani del disco come Three Days Without, in cui la violenza del violoncello distorto e la batteria elettronica si alternano a dei momenti di beeper sound con una voce femminile, quasi robotica, o come It Started in a Finger dove il suono alla Portishead impermea l’ambiente.
Gli stili si susseguono, Nails ad esempio ha un sapore elettronico/mediorientale, Open City con la sua batteria 909 sembra una fusione tra l’elettronica 80 con sprazzi techno. Gli ambienti sono sempre molto dilatati, reverberi molto presenti, Deep Into con i suoi piani elettrici ed il violoncello potrebbe essere la colonna sonora di un vecchio film degli anni 30.

Tutto il disco è permeato da angoscia e destrutturazione, quello che ci si aspetta dalle “canzoni per un disastro”

 

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Luca

Luca

Station Manager The Great Complotto Radio