Society – Premio Giornalistico Internazionale Marco Lucchetta 2013: i finalisti

Premio Marco Luchetta - Di SturcoDa un episodio tragico, un gruppo di amici fraterni dei giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo – assassinati a Mostar nel gennaio ’94 – e dell’operatore Miran Hrovatin ucciso pochi mesi dopo a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi, hanno fondato un premio giornalistico che è diventato negli anni tra i più ambiti premi internazionali e che riconosce il merito a giornalisti,  telecineoperatori e fotoreporter che raccontano e testimoniano con sensibilità la difficile tematica  delle violenze e sopraffazioni  sulle vittime più indifese, i bambini. Nel 2013 è l’attualità drammatica e irrisolta del conflitto civile in Siria a trovare eco nel rush finale della 10^ edizione del  Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta 2013, promosso dalla  Fondazione  Luchetta,  Ota,  D’Angelo,  Hrovatin  in collaborazione con la RAI e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

La Giuria, presieduta dal direttore delle Testate Giornalistiche Regionali della Rai Alessandro Casarin, ha selezionato per la sezione Marco Luchetta Tv – dedicata al miglior servizio giornalistico trasmesso su un’emittente europea della durata massima di 5’ – le corrispondenze del reporter  Bbc Ian Pannell dai tunnel in cui trovano rifugio gli sfollati siriani, e dell’inviata del Tg3 Lucia Goracci sulle torture perpetrate a centinaia di bimbi siriani; in finale anche il reporter di Antena 3 Gabriel Relaño Bólivar per un servizio sulla malnutrizione in Africa.

Per la sezione Premio Luchetta Quotidiani/Periodici sono state selezionate le corrispondenze di Pietro Del Re di Repubblica, che ha raccontato il quotidiano delle baby prostitute di un bordello pakistano, costrette ad assumere farmaci steroidei per il piacere dei loro clienti; di Marzio Mian su Io Donna, inchiesta sull’infanticidio delle bambine indiane: il peggior posto dove nascere donna, con dieci milioni di neonate uccise in vent’anni; e di Lucia Capuzzi di Avvenire, che ha indagato la situazione ad Haiti, tre anni dopo il terremoto che ha devastato l’isola dove oggi si contano almeno 300mila baby-schiavi al servizio domestico delle famiglie benestanti.

Vicende non meno inquietanti dell’attualità internazionale filtrano nei servizi finalisti della sezione Dario D’Angelo, riservata al miglior articolo di stampa europea: selezionate la corrispondenze di Rosa Montero per El Pais, sulla realtà dei divorzi conflittuali, in cui le vere vittime sono i bambini, spesso usati come armi contro l’ex moglie o l’ex marito. Di Conor Pope di The Irish Times, che a dieci anni dalla fine della guerra civile in Sierra Leone racconta il dramma dei bambini violentati e costretti a commettere atrocità dai ribelli: ferite profonde nel fisico e nell’anima, che non possono cicatrizzarsi. E di Richard Lloyd Parry per The Times: per cinque anni, usando uno pseudonimo per evitare di essere arrestato e deportato, il giornalista ha viaggiato clandestinamente in Birmania, documentando le ingiustizie di uno dei regimi più crudeli e brutali al mondo.

La terna finalista della sezione Alessandro Ota per il miglior servizio giornalistico trasmesso su un’emittente europea (della durata massima di 45’) è composta dai reportage di Marcel Kolvenbach e Pagonis Pagonakis di Ard Germany, inchiesta sui casi di stupro perpetrati, nelle province orientali della Repubblica del Congo, da alcuni elementi dei Caschi Blu inviati dall’Onu; di Anna Migotto per Terra! – Rete4, che si è addentrata in Siria sulle tracce di Fatima, una bimba uccisa durante i bombardamenti, per incontrare la sua famiglia; e di Jean-Sébastien Desbordes per France2, viaggio coraggioso nella diversità al fianco di Sacha, un bimbo con una passione particolare per i treni affetto da una particolare malattia genetica, la sindrome di William Beuren. Infine, la sezione Miran Hrovatin per la migliore immagine fotografica ha selezionato gli scatti di Jonathan Gregson (Panorama Travel) in un tempio di monaci utilizzato come scuola di astrologia, durante una cerimonia di buon auspicio per l’anno nuovo in Bhutan; di  Marco Gualazzini (L’Espresso), che ritrae la bolgia infernale degli sfollati in Congo, vittima dell’odio etnico degli M23; e di Giulio Di Sturco (Io Donna) che ha documentato l’infanticidio delle bimbe indiane mai nate, causa aborto, negligenza e omicidio.

Saranno a breve annunciati anche i vincitori del Premio Speciale Luchetta 2013 e del Premio FriulAdria “Testimoni della storia”, assegnato a un giornalista di fama nazionale per la sua capacità di raccontare e interpretare un fatto storico o di cronaca, un personaggio o un periodo. Il Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta 2013  culminerà, mercoledì 3 luglio al Politeama Rossetti di Trieste, nella  Serata speciale “I Nostri Angeli”, ripresa da Raiuno

Info: www.premioluchetta.it  www.fondazioneluchetta.org

Pubblicato da

Admin - Pinna

Admin - Pinna

Webmaster - The Great Complotto Radio