Movenze robotiche e Hyper Pop : questo potrebbe essere il riassunto del live dei St Vincent.
Annie Erin Clark è magnetica e la sua presenza scenica è totalizzante. Il palco infatti è asciutto, niente giochi di luce estremi o video sul retro palco come ci hanno abituato, quasi alla nausea, molti altri artisti.
Sul fonte palco anche la tastierista/chitarrista Toko Yasuda che si sincronizza con la Clark in molti dei suoi movimenti.
Il suono è impressionante. Anche se all’inizio è un po claudicante, nel giro di qualche brano viene tutto sistemato. La sezione ritmico/melodica è potente e precisa. Tutte la parte di bassi e melodie sono eseguite con sintetizzatori ed il live è quasi interamente suonato, poche o assenti le basi registrate.
Birth in Reverse, Rattlesnake e Actor Out of Work, Regret, Digital Witness, Cruel eEvery Tear Disappears sono alcuni dei pezzi che St Vincent esegue nel suo live. Tutto è prodotto, poco lasciato al caso, ma lo spettacolo è di altissimo livello.
Piccola pausa e ai bis, come da convezione a Sexto, il pubblico si può alzare ed andare sotto il palco. Due brani a chiudere e nel solo finale Annie corre giù dal palco con la sua chitarra radio e, dopo essere passata tra il pubblico suonando, esce dalla piazza del castello e scompare.
Notevole.