Live – Bring Me The Horizon + guests @ New Age Club 23.11.2013

23 Novembre 2013, New Age Club, Roncade, Treviso.

La nostra avventura inizia alle ore 20.15 circa, quando arrivati al New Age vediamo copiosa la gente appostata all’entrata che attende l’apertura delle porte.
Il concerto è sold out, e nonostante tutto c’è qualche coraggioso, visto il tempo piovoso, che pur di partecipare si è precipitato fuori dal locale nella disperata ricerca di un biglietto.

L’opening act di questo evento è ad opera dei Sights and Sounds, gruppo canadese del quale non ero a conoscenza e, alla luce di ciò, ero curiosa di ascoltare.

I primi due brani denotano bravura e un sound caratterizzato da vocali lunghe e accordi a momenti dissonanti e a momenti sostenitori dei vocalizzi.

Ora, permettetemi di dire che la pecca di questo gruppo è la monotonia. Per i tre quarti d’ora in cui hanno suonato mi è sembrato di sentire reiterata la stessa canzone: gli accordi di base sono piuttosto simili (o per meglio dire uguali?), una vocale predomina rispetto all’intero testo, e la ritmica è rassomigliante in ogni brano che hanno proposto.

Secondo Giulian, che dichiara di essersi svegliato solo dopo la conclusione dell’esibizione dei Sights and Sounds, infastidito dagli applausi, il gruppo sembrava una brutta copia dei Deftones quando suonano male.

Insomma, diciamo che le aspettative al riguardo sono state brutalmente rovesciate.

Pierce the Veil: per molti la sorpresa della serata.

Dal metro e mezzo di Vic Fuentes escono note pulite e intonate, gli strumenti gli stanno dietro a meraviglia e l’energia che si respira sul palco è febbrile e contagiosa.

Lasciano per ultimi due dei loro pezzi più famosi, Caraphernelia e King for a Day, ai quali il pubblico reagisce con maggiore entusiasmo rispetto al resto dei brani, sconosciuti ai più.

Dopo una breve pausa per sistemare il palco al meglio, il momento topico è giunto.

Si spengono le luci, un boato esplode, i Bring Me The Horizon escono allo scoperto: la folla in delirio sembra abbia visto la luce del paradiso tra espressioni incredule ed urli vicini agli ultrasuoni.

Lo show inizia.

La potenza strumentale di questo gruppo è qualcosa di squisitamente afrodisiaco; tutto sta al suo posto perfettamente e il cambiamento di formazione (l’arrivo di un tastierista/effettista a tempo pieno al posto di una chitarra) ha giovato enormemente alle esibizioni live. A livello musicale sono ineccepibili.

Lo stile della band negli anni ha subito un’evoluzione pazzesca, è stato come vedere un bambino imparare a camminare e poi a correre perchè, nulla togliendo ai primi due album (Count your blessings e Suicide Season), è negli ultimi due dischi (The is a hell belive I’ve seen it, there is a heaven let’s keep it a secret e sempiternal) che i Bring hanno trovato una dimensione ideale, specialmente Oliver, il cantante, che è riuscito a scoprire uno scream più leggero, quasi sussurrato, nel quale riesce ad avere maggiore controllo delle proprie capacità senza flagellare le sue povere corde vocali.

Nonostante questo c’è un ma: “bla bla bla complimenti” (funge da riassunto di ciò che ho precedentemente detto), MA appena Oliver esce dal suo scream sussurrato, sparisce, inghiottito dall’accompagnamento. È inutile star qui a raccontarcela perché purtroppo brani come Diamonds aren’t forever e Chelsea smile li ha fatti con il culo, anzi per metà li ha fatti cantare al pubblico e per metà sembrava lo stessero sgozzando.

Il giudizio complessivo, comunque, sfiora l’eccellenza.
Il pubblico partecipa spontaneamente e canta i cori di brani come Sempiternal e Go to hell, for heaven’s sake, con passione e una certa dose di sentimento, come se le parole fossero scritte apposta per loro.

Dopo un primo ending, il gruppo sostenuto da incitamenti a fare “one more song” torna sul palco per concludere la serata con un encore di due brani.

Dopodichè i Bring me the horizon svaniscono nel backstage e la gente comincia a disperdersi, in cerca di un respiro d’aria fresca e di sollievo dalla canicola sudorifera.

Scaletta:

  1. Can You Feel My Heart
  2. Shadow Moses
  3. Diamonds Aren’t Forever
  4. The House of Wolves
  5. Go to Hell, for Heaven’s Sake
  6. And the Snakes Start to Sing
  7. Empire (Let Them Sing)
  8. It Never Ends
  9. Deathbeds
  10. Chelsea Smile
  11. Antivist

Encore:
12. Blessed with a Curse
13. Sleepwalking