Live in diretta social? #suoniamopervoi

Periodo molto difficile per i concerti. L’effetto Coronavirus sta mettendo in fortissima crisi il settore dei live: tutti i concerti di questo periodo, per i motivi ben noti, sono stati annullati o spostati in date successive.

Questi spostamenti difficilmente però si concretizzeranno. E’ molto probabile che tutti i tour di questo periodo vengano alla fine rimandati a data da destinarsi.

Il danno economico è enorme, il settore ormai da anni non vive più sulla vendita dei dischi ma sugli introiti dei concerti. Assieme ai musicisti inoltre sono andati in crisi i service audio, i fonici, gli organizzatori, i locali.

Cosa è possibile fare per dare un po’ di sollievo ad artisti e ai loro fan? Ci ha provato con il progetto #musicacontroilcoronavirus, Alice Mazzoni, con una serie di live in streaming, nei quali hanno partecipato una decina di gruppi. Il progetto, che ha ottenuto circa 45 mila visualizzazioni attraverso la propria pagina Facebook, a causa della zona rossa estesa a tutta Italia, adesso è in pausa.

L’idea però è quella giusta: gli artisti in questo momento potrebbero vendere o regalare dei live dai propri studi, da soli od in piccoli gruppi, mantenendo le distanze previste dai nuovi regolamenti. Anche se questa idea non rappresenta una soluzione al danno economico che sta subendo il settore, solleverebbe il morale di milioni di persone che sono chiuse nelle proprie case.

Da qui l’invito ai musicisti: condividete la vostra musica, in live sui social, con tutti gli italiani che hanno deciso di seguire la regola #iorestoacasa.

 #suoniamopervoi

Live The War on Drugs 15.07.2014 @Sexto ‘Nplugged

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Arriviamo nella bellissima piazza di Sesto al Reghena con il gruppo spalla Man on Wire già sul palco. Sono cinque ragazzi friulani che suonano canzoni indie rock che ricordano un po’ i Suede. L’audio è pessimo, hanno bassi saturi e microfoni troppo alti di volume, le melodie non sono niente di originale, ma vedo dal loro sito che ci sono due canzoni scaricabili gratuitamente e mi ripropongo di ascoltarli in versione studio per una valutazione più accurata.

13938492174_50a7ab18c9_zAlle 22.30 salgono finalmente sul palco i membri dei The War on Drugs: aggiustano da soli gli strumenti, poi si spengono le luci e inizia il concerto. Sono in 6 sul palco: Adam Granduciel al centro, David Hartley al basso, Robbie Bennett alla tastiera, Charlie Hall alla batteria, Jon Natchez alla seconda tastiera, sax tenore e tromba, Anthony Lamarca seconda chitarra e terza (si!) tastiera.
Hanno tutti un aspetto un po’ nerd, mi ricordano un po’ Clark Kent, bravi ragazzi troppo buoni e anonimi per essere notati. Almeno finché non iniziano a suonare!

Se il gruppo spalla aveva tutti i volumi da regolare, The War on Drugs invece hanno un suono cristallino, solo una cassa ronza leggermente, ma viene subito calibrata e ascoltiamo la bellissima “An Ocean in Between the Waves” come prima canzone: batteria che batte nel petto, chitarra e voce di Granduciel creano un mood sensuale, che ci fa riconoscere subito la firma della band, con poche parole cantate semplicemente e molta chitarra, protagonista sopra all’accompagnamento strumentale delle tastiere e degli ottoni.
Si susseguono un brano dopo l’altro, come se stessero suonando tutto d’un fiato: ascoltiamo batterie elettroniche, melodie estremamente “americane” in senso classico, altre più pop e lunghe code strumentali che mi sorprendono per la bellezza che hanno dal vivo, rispetto alle versioni di studio (confesso che spesso premo >>| quando li ascolto).

Granduciel cantando, guarda spesso per terra con capelli sulla faccia. Oppure sta girato di schiena, dando le spalle al pubblico, sembra anche un po’ gobbo e dà l’idea di essere uno di quei personaggi schivi, senza essere scortesi, uno che non parla molto, uno di quelli che al bar si siedono al bancone da soli e che se li guardi ti sorridono. Effettivamente, prima del concerto, lo abbiamo incrociato per strada e quasi volevo chiedergli una foto (la faccia tosta certo non mi manca), ma ho desistito proprio per questa sua aurea riservata e sfuggente.

Dopo 50 minuti, una brevissima pausa con scambio di battute e accordatura e poi ripartono come se fosse la prima canzone. Davvero musicisti ottimi.

Il Sexto ‘Nplugged si riconferma anche quest’anno una delle rassegne musicali più valide dell’estate, per sua location suggestiva, per il programma ogni anno migliore e le grafiche visionarie di Tomas Uolli Marcuzzi, in grado di tradurre in bidimensionale su schermo e carta, le atmosfere sfaccettate dei live.

Solo all’intro di “In Reverse”, così lungo e distorto, qualcuno fischia… Poi il frontman inizia a cantare e ci ammutoliamo tutti, dimenticando l’attesa per l’attacco della canzone.

La nota dolente? A mezzanotte in punto, dopo 1 ora e mezza, ci hanno salutato frettolosamente e si sono riaccese le luci. Ci siamo rimasti tutti di mxxxa!

In questa pagina troverete tutti i link utili e le date del tour in EU e USA.

Recensione – Arcade Fire al Castello Scaligero di Villafranca – Verona – 24 06 14

foto 3Recensione – Arcade Fire al Castello Scaligero di Villafranca – Verona – 24 06 14

Ma perché si fanno grandi concerti nel centro delle città?
Ok, il Castello Scaligero è carino, i negozianti ringraziano, le amministrazioni guadagnano. Ma se vado a vedere un concerto, delle mura medievali mi interessa relativamente. Magari mi interesserebbe di più non girare come una trottola affannata nel traffico preserale di una cittadina, i cui parcheggi sono occupati da ore e bastano a malapena per i residenti, per cercare un posto dove gettare l’automobile. Perdinci, siamo nella pianura padana: ci sono stadi, parchi e smisurate lande libere, con immensi spazi attorno!

Dopo aver infine incastrato la vettura in un remoto fazzoletto di asfalto non debitamente circondato da strisce bianche, ed essermi raccomandato agli dei per non trovare sorprese cartacee sul parabrezza al ritorno, entro finalmente nel Castello.

Il colpo d’occhio è carino, devo ammettere. Il verde del pratino (sì, l’interno è un immenso prato), le migliaia di giovani e mediogiovani già appostati e accovacciati, la musica (dimenticabile) del gruppo spalla, che proviene dall’enorme palco. Fa da soffitto un cielo coperto nubi gravide di cattiveria.
Ci appostiamo relativamente vicini al palco. Tanto, ragiono, la folla dei fan degli Arcade Fire non è metallara, ondeggiante e pogante.
Abbastanza in orario, forse sollecitati dal diluvio incombente, inizia il concerto.
Avevo visto la band due anni orsono, e mi avevano colpito, nonostante un’amplificazione non perfetta, poco contorno video e scenografico.
Vediamo quindi com’è questo nuovo Reflektor Tour.

Il palco è sormontato da una serie di enormi specchi esagonali, evidentemente atti a riflettere la luce, come dal titolo del loro ultimo successo.
Ah, prima una nota, ultra positiva stavolta, sui servizi di ristorazione (birra, piadine panini, etc), tutto intorno. Invece delle solite chilometriche e interminabili code, due minuti e sei con panino e birra in mano. Delle vere macchine da guerra!
Inizia il concerto, dopo l’annuncio di un personaggio totalmente ricoperto di schegge di specchio: aprono con il singolo “Reflektor” e l’ovazione del pubblico è totale. Le congas dal vivo scandiscono il ritmo insieme alle due batterie. Sono in undici sul palco, purtroppo però non si riesce a distinguere molto bene strumento per strumento, forse perché sono in posizione leggermente laterale, forse perché il mixerista deve ancora settare bene i volumi.
Seguono a stretto giro “Flashbulb Eyes” e “Power Out”, senza quasi pause. Infatti in “Rebellion (lies)” Win Butler si perde, manca un attacco e si scusa simpaticamente mentre comunica alla band di riprendere dal giro precedente.
Piccola cosa se si pensa all’immenso concerto che gli Arcade Fire ci stanno offrendo qui a Villafranca, una delle sole due date italiane, insieme a Roma, il giorno prima.
Le canzoni continuano e la scaletta segue un percorso attraverso i 4 album: Funeral (2004), Neon Bible (2007), The Suburbs (2010) e ovviamente Reflektor dell’anno scorso.
foto 4Regine Chassagne passa da uno strumento all’altro, perfino una ghironda (un organetto a manovella), ed è sempre così sorridente ed allegra… Un vero tripudio di gioia che contagia anche noi del pubblico. L’apice viene raggiunto a “Here comes the night time” con i cannoni che sparano in aria una pioggia di coriandoli colorati. Siamo tutti in estasi, con le mani protese in aria per acchiappare i colori e le note.
Tra parentesi, la pioggia, quella minacciata dal meteo, quella che sta oscurando le stelle… Quella non arriva!
E in concerto finisce all’asciutto con la bellissima “Wake up”.

Concludendo: dal vivo gli Arcade Fire allungano forse troppo le bellissime canzoni e danno di sé un’immagine troppo da perfettini “primi della classe”. Possono permetterselo, perché il nostro voto non può che essere 10 e lode. Promossi col massimo dei voti!

 

SCALETTA COMPLETA
Reflektor
Flashbulb Eyes
Neighborhood #3 (Power Out)
Rebellion (Lies)
Joan of Arc
The Suburbs
The Suburbs (Continued)
Ready to Start
We Exist
We Used to Wait
Keep the Car Running
No Cars Go
Haïti
My Body Is a Cage
Afterlife
It’s Never Over (Oh Orpheus)
Sprawl II (Mountains Beyond Mountains)

Pie Jesu
Here Comes the Night Time
Normal Person
Wake Up

 

 
Massimo Adolph Nutini e Federica Tomietto (Tre Civette sul Comò)

24 06 14 – TheGreatComplottoRadio.com

15 Luglio – The War on Drugs al Sexto ‘Nplugged

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Adorati dalla critica musicale e dai numerosi fans in tutto il mondo, The War On Drugs nascono ufficialmente nel 2008, con la pubblicazione dell’EP Barrel Of Batteries, a cui segue, un paio di mesi dopo, l’album di debutto Wagonwheel Blues.  Il progetto vede inizialmente la luce negli anni 2000 come unione di più spiccate personalità cantautoriali, tra cui il fondatore Adam Granduciel e Kurt Vile. Alcuni cambi di formazione, che permettono a diverse influenze musicali di insinuarsi piacevolmente nella mente di Granduciel, e nel 2008 la formazione è al completo, con un sound perfezionato e raffinato, tra psichedelia, shoegaze e chiari riferimenti di stampo roots americano. Nel 2011 esce l’acclamato Slave Ambient, un disco delicato e nostalgico, tra cantautorato sixties e neo-psichedelia. Granduciel, mosso dall’esigenza di lavorare con qualcuno per costruire la sua idea di rock, intraprende un personale processo di ricerca e nel 2014 esce Lost In The Dream, sempre per Secretly Canadian, l’etichetta che li segue sin dagli esordi. Il nuovo lavoro si presenta come un disco pulito, dai suoni dilatati di matrice space-ambient e soft-rock, in un’atmosfera ovattata e senza tempo.  Registrato in una dozzina di studi in giro per gli Stati Uniti, Lost In The Dream vede la collaborazione di Jeff Zeigler come ingegnere del suono.

DATI UTILI
Martedì 15 luglio 2014
Sexto ‘Nplugged
Piazza Castello, Sesto al Reghena (PN)
Biglietti: 15 € + prevendita www.vivaticket.it

The Zen Circus 3 maggio Pordenone

The Zen CircusGli Zen Circus, da Pisa. Otto album ed un Ep all’attivo, vent’anni di onorata carriera e più di mille concerti, per Andrea Appino, fondatore e voce della band. Gli Zen Circus hanno riportato lo spirito padre del folk e del punk al moderno cantautorato con Andate Tutti Affanculo, album cantato completamente in italiano, acclamato come uno dei migliori dischi del 2009, guadagnando la copertina di settembre del mensile musicale Il Mucchio Selvaggio. Hanno collaborato con Violent Femmes, Pixies e Talking Heads in Villa Inferno (2008).

 

Il 3 maggio saranno a Pordenone, dopo un anno di stop in cui Appino si è esibito solista, con “Canzoni contro la natura” (La Tempesta Dischi)

Naonian Concert Hall (ex Deposito Giordani)
Sabato 3 maggio 2014
Apertura porte ore 21:00 – inizio concerto ore 21:30 – ingresso 12,00 €

Tre Allegri Ragazzi Morti – 24 aprile @ Naonian Concert Hall (PN)

treallegriragazzimortiUltima tappa del tour Aprile 1994 dei Tre allegri ragazzi morti! Tutte e solo le canzoni delle origini per festeggiare il ventesimo anniversario della band. 
Seguite nei social media l’hashtag #tarm20

DATI UTILI:
Organizzazione: Nuove Tecniche
Naonian Concert Hall (ex Deposito Giordani)
Via Prasecco, 13 – 33170 Pordenone
Tel. 0434 247319
Fax 0434 247319
Email: info@naonianconcerthall.com
Giovedì 24 aprile – Apertura porte ore 21:00 – Inizio concerto ore 21:30

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TARM20

Florestano in Roma

Florestano in Roma, via del Teatro Valle 27, Roma
Florestano in Roma, via del Teatro Valle 27, Roma

Si è appena conclusa la prima edizione di Florestano in Roma, che ha preso il via lo scorso Dicembre e si è protratta fino al 23 giugno, arricchendo il centro di Roma con una serie di eventi che hanno avuto come protagonisti giovani ma già affermati musicisti italiani.

La grande musica presentata in maniera semplice e più vicina al pubblico: questa è stata la cifra che ha contraddistinto ogni concerto; gli artisti che dialogano con il pubblico, presentando se stessi e i brani da un punto di vista non strettamente musicologico ma anche personale. Così da un lato Rossini, Skrjabin, Brahms e anche i contemporanei si avvicinano anche a chi li vedeva avvolti da un’aurea di intoccabilità, e mostrano il loro lato umano, comune, dall’altro i concertisti lasciano intravedere al pubblico il loro profilo privato, facendo intendere come l’accendersi della passione per la musica sia qualcosa che cambia la vita in maniera indelebile e la rende cento volte più attiva, interessante, ricca.

Le passioni e le idee che svelano i musicisti come uomini, unite alla capacità di comunicazione musicale degli interpreti, sono state probabilmente la chiave del successo di Florestano in Roma, premiato da un crescendo di interesse e partecipazione da parte del pubblico.

Diverse le novità per l’edizione 2013/14: mini eventi artistici all’interno di ogni concerto, un’anteprima di ogni evento durante “L’Italia in Valigia” presentato da Cristina Cavalli su The Great Complotto Radio, l’abbinamento di certi concerti a percorsi enogastronomici a tema musicale, musicisti provenienti questa volta da tutta Europa.

Insomma, a dispetto di uno status quo di effettiva difficoltà pratica l’eccellenza italiana vuole dialogare fattivamente con il resto del mondo. E ci riesce.