Dio è un astronauta.
Non so se sia vero, ma quello che so è che ieri nello spazio ci sono stato davvero.
Martedì 8 aprile il Kino Šiška Centre for Urban Culture di Lubiana si è tinto di Irlanda, diventando perfetta cattedrale per il sound solenne, potente, ma al contempo intimo ed introspettivo dei God is an Astronaut.
La band delle contea di Wicklow, alla sua terza apparizione nella capitale slovena, ha sfoderato un’esibizione fuori dal comune, lasciandomi personalmente esterrefatto quanto affascinato.
L’intero concerto è stato un climax sonoro ed emotivo che la band ha sapientemente orchestrato spaziando in un turbinio di sensazioni contrastanti e pescando in tutto il suo repertorio, dal primissimo “The End of the Beginning” del 2002 fino al più recente “Origins” del 2013.
Forever Lost, Fragile, Echoes, Twilight: nessun pezzo storico è stato dimenticato, anzi l’enfasi era ancora maggiore, come il continuo e sempre crescente coinvolgimento del pubblico.
Un post-rock di qualità ed estrema tecnica, una perfezione sonora che non può lasciare indifferente nemmeno l’ascoltatore meno esperto.
Il mio apice personale è stato raggiunto con “All is Violent, All is bright” durante il quale ero letteralmente su un altro pianeta: gli occhi rapiti dalla chitarra di Torsten, il cuore impazzito in un orgasmo perenne, mentre lo spirito vagava leggero nell’iperuranio
La percezione del tempo si è persa tra le note, in un’atmosfera eterea e perfetta, e le quasi due ore di concerto si sono esaurite in una nuvola di emozioni, mentre noi eravamo lì, in pace, appagati, stregati.
E volavamo e fluttuavamo.
Perchè si, forse Dio è davvero un astronauta.