14.02.14 THE FUNERAL SUITS + #WAT PARTY w/RUCKUS CREW ∆ @ APARTAMENTO HOFFMAN

FUNERALSan Valentino all’insegna della grande musica quest’anno all’Appartamento Hoffman.

Venerdì 14 febbraio infatti sul palco del carinissimo locale di Conegliano si esibiranno i The Funeral Suits, gruppo indie rock irlandese formatosi nel 2009 e che dal 2012, anno di uscita di “Lily of the Vally”, loro prima fatica discografica, non si è più fermato.
La loro è una melodiosa unione di elettronica ed indie rock, caratterizzata da suoni malinconici, ma al tempo stesso molto potenti.

A seguire l’Appartamento Hoffman inaugurerà la nuova serata #WAT, musica indipendente da ballare for free, ingresso gratuito e pezzi ricercati che metteranno a dura prova le rotule di tutti i presenti.
Al #WAT opening party il djset sarà affidato a J. Hoffman, padrone di casa e a quei tre scapestrati della Ruckus Crew ∆ : la buona musica è assicurata.
E’ attesa una grande partecipazione del movimento indie & hipster della zona e non solo.

Per info e news:
https://www.facebook.com/events/1459295047616990/?fref=ts

http://www.youtube.com/watch?v=5j4l_NdkYMQ

Live – Albert Hammond Jr. @ Covo Club Bologna

aj2 Sabato 14 dicembre me la sono spassata al Covo, club underground di Bologna, nonché uno dei locali italiani che preferisco in assoluto.

E sul palco c’era Albert Hammond Jr., mica uno qualsiasi.
Già.
Albert Hammond Jr. ovvero il figlio di Albert Hammond, cantautore inglese anni ’60 di discreto successo (sua la nota “It never rains in southern California”, ndr), ma soprattutto chitarrista dei The Strokes assieme al talentuoso Nick Valensi.
Albert dei due, benché sia comunque un chitarrista coi fiocchi, non è di certo il più dotato tecnicamente, ma invece ha avuto delle gran belle intuizioni come solista, rilasciando due album e un EP, “AHJ”, uscito l’8 ottobre di quest’anno.
Chiariamo: a parer mio il genere, i suoni, alcuni riff ricordano quelli ideati dal frontman/genio dei The Strokes Julian Casablancas, ma nonostante questo denotano una maggior dolcezza, anche nei testi, e questo mi piace molto.
Albert insomma è un ragazzo che apprezzo davvero tanto e ciò, unito alla mia assoluta venerazione nei confronti dei The Strokes, mi imponeva di presenziare alla terza data del suo minitour italiano che si svolgeva nella capitale felsinea.

Il concerto inizia intorno alle 23, in un Covo strapieno, con un clima caraibico e un’inaspettata terza fila nonostante fossi arrivato in ritardo (così, tanto per cambiare).
Sul palco, oltre a Hammond con la sua fedele Stratocaster bianca, ci sono altri due chitarristi, un basso e una batteria confinata nelle retrovie: d’altronde lo spazio del palco del Covo è quello che è, si sa.
Mi colpiscono subito le tre chitarre: che potenza di fuoco! Ci piace!
Si inizia alla grande con due dei miei pezzi preferiti, “Everyone gets a Star” e “Scared”, direttamente dal primo album solista “Yours to Keep” per poi proseguire con roba nuova nuova come la bellissima “St. Justice” dell’ultimo EP, “AHJ” appunto, e con altre chicche come ad esempio “GfC”, dal secondo “‪¿‬Còmo te LLama‪?‬” del 2008.

E’ un incalzare di riff di chitarra straordinari, con musicisti, specialmente i chitarristi, che si esibiscono in finissimi virtuosismi e con un pubblico che si dimostra sempre caldo e coinvolto.
Albert è in gran forma e molto ispirato: i problemi (innumerevoli) con le droghe sono ormai cosa passata, e scusate se non è così scontato da parte di uno che si iniettava mix di eroina, cocaina e ketamina fino a 20 volte al giorno e che ha vissuto un periodo discretamente lungo vagabondando da una clinica all’altra (lo ammette molto candidamente e, oramai, con una certa consapevolezza lui stesso nelle interviste, altrimenti non vi riferirei mai nulla del genere su nessuno, figuratevi se su uno degli Strokes, ndr).
Lui, in barba alle malelingue, è lucido e indiavolato con la sua Stratocaster in mano, il gruppo risponde altrettanto bene e il culmine del godimento (per me soprattutto) arriva con “101”, sempre da “Yours to Keep”, pezzo semplicemente straordinario e che per me vale da solo l’intero prezzo del biglietto.

Un’ora e mezza di puro godimento, di musica di altissimo livello, di botta e risposta scherzosi con il pubblico, per poi salutare teneramente e abbandonare il palco scortato dai bodyguard in mezzo alle persone adoranti, conscio di aver regalato tanta emozione, soprattutto a me.
Questo è stato sabato 14 dicembre al Covo Club di Bologna.
Questo è stato Albert Hammond Jr.