Premio Darko Bratina 2014: Il cinema di Laila Pakalnina tra FVG e Slovenia

SnowCrazysmallUna trentina di titoli al suo attivo, tra lungometraggi, corti, documentari (la maggior parte) ed opere di finzione; più di 40 premi vinti, in due decenni, nei festival di tutta Europa. È questo il ricco curriculum di Laila Pakalnina, figura di spicco del cinema baltico contemporaneo.

È alla regista lettone che il Kinoatelje conferisce per il 2014 il Premio Darko Bratina. Omaggio a una Visione, nell’ambito dell’omonima iniziativa che l’associazione goriziana dedica alla memoria del suo fondatore e che ormai da anni si struttura come un festival monografico itinerante.

Alla fine di novembre saranno quindi 6 le piazze, tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, a far da cornice al tour in cui Pakalnina avrà modo di far conoscere al pubblico alcuni tra i migliori esempi della sua filmografia, che spesso ha come oggetto la sua terra natale. Lo sguardo della regista si sofferma infatti sovente sui caratteri nazionali e sul confronto tra l’epoca sovietica ed i recenti anni dell’indipendenza, muovendosi in equilibrio tra l’attenta osservazione della vita, evidente soprattutto nei lavori documentari, ed il senso dell’ironia e dell’assurdo che nelle opere di finzione diviene strumento privilegiato per leggere la realtà.

L’evento avrà inizio giovedì 20, quando presso il Kulturni Dom di Nova Gorica avrà luogo la cerimonia di premiazione. Nell’ambito della serata verranno proiettati il “cortissimo” Short Film About Life, originale interpretazione della sfida ai rigori che decide una partita di calcio, e Snow Crazy, documentario in cui la regista si sofferma sul paradossale rapporto che ha con le montagne un Paese che ne è sostanzialmente privo.

Venerdì 21 novembre, poi, il Premio Darko Bratina si sposterà al di qua della frontiera: a Gorizia Laila Pakalnina sarà protagonista di una masterclass che offrirà l’opportunità al pubblico del Palazzo del Cinema di confrontarsi con una cinquina di titoli rappresentativi del suo opus. The Ferry, The Shoe, The Bus e On Rubiks’ Road – oltre al già citato Short Film About Life – si muovono tra documentario e finzione, proponendo un viaggio – in più di un caso letterale – tra il passato e il presente di una terra e di un popolo alle prese con tensioni storiche e sociali.

Tra le opere di fiction spicca The Shoe, in programma anche il giorno seguente, sabato 22, all’Art Kino Odeon di Izola. Presentata all’epoca a Cannes, Toronto e Berlino, è una commedia ambientata in epoca sovietica che trova il suo innesco nel ritrovamento, su un tratto di costa lettone, di una scarpa e di una serie di impronte.

Al Miela di Trieste, domenica 23, sarà invece la volta di Pizzas, presentato in ticket con il coevo Snow Crazy. Premio speciale della giuria alla Festa del Cinema di Roma, ecco un’altra commedia il cui humour che vira verso l’assurdo. Al centro della vicenda, Oskars e Matiss, due 18enni che lavorano come pizzaioli ma sognano di dare una svolta alle loro vite…

Si ritornerà quindi al documentario nella data udinese del Premio Bratina. Lunedì 24 il pubblico del Visionario potrà conoscere Pakalnina attraverso la proposta di Short Film About Life e The Chimney. In quest’ultimo documentario, la ciminiera del titolo è quella di una vecchia fabbrica che domina un panorama rurale; in un paesaggio pressoché privo di figure adulte, l’occhio della regista è catturato da sette bambine bionde, i cui giochi compongono un’ode all’innocenza dell’infanzia.

La chiusura della manifestazione, infine, è prevista per martedì 25 novembre, presso la Slovenska Kinoteka di Lubiana. Lì verrà proiettato The Hostage, storia di un dirottamento aereo che permette ad un bambino di fare la conoscenza dell’eccentrico ma cordiale popolo lettone. Ad accompagnare il film nella capitale slovena sarà l’attore Brane Završan, già interprete di No Man’s Land e, più recentemente, di Tir di Alberto Fasulo.

 

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito.

 

Per maggiori informazioni, per il programma dettagliato dell’evento e per partecipare alla masterclass (ad iscrizione gratuita), vi invitiamo a consultare il sito www.kinoatelje.it.

 

Live – Queens of the Stone Age @ Križanke Ljubljana

QO

Tutti noi abbiamo un Olimpo dove poniamo le personalità che ci hanno ispirati nel corso della vita.

Nel mio personale Olimpo si trova, assieme a molti altri musicisti, anche Josh Homme.

Josh Homme è stato uno dei fondatori del gruppo stoner dei Kyuss, esperienza fortunata che si può dire ha dato vita a un genere, ed è successivamente divenuto leader nonchè icona dei Queens of the Stone Age, dei quali è anche l’unico componente fondatore a fare ancora parte.
Ha fondato inoltre insieme a Dave Grohl (anche lui ex QOTSA) e John Paul Jones il supergruppo Them Crooked Vultures e produce e pubblica periodicamente una serie di improvvisazioni musicali con altri musicisti, chiamate “The Desert Sessions”.

Ci siamo capiti insomma.

Lunedì 9 giugno alla Križanke Arena di Ljubljana ho potuto finalmente assistere ad un live degli amati Queens of the Stone Age, usciti l’anno scorso con il loro sesto lavoro “…Like Clockwork”.

Caldo tropicale e afoso, arena (splendida) SOLD OUT e decibel altissimi.
Questo è un concerto rock.

Entro nella splendida cornice della Križanke in concomitanza con l’inizio del concerto (non me ne voglia il gruppo spalla sloveno che apriva), trovo un posticino comodo e dalla buona visuale e possiamo iniziare.

Josh Homme, che trovo più in forma ed asciutto del solito, ha già iniziato a far urlare la Gibson Marauder ed è carico come del resto tutta la band: i QOTSA ci regalano uno spettacolo granitico, senza sbavature né un attimo di tregua.
I brani che t’aspetti ci sono praticamente tutti, da “Little Sister” a “No One Knows”, da “Go With the Flow” a “Sick Sick sick”, Josh non tira mai il fiato e con lui tutti gli spettatori: i cinque sul palco sono tecnicamente impeccabili e dimostrano perché faranno da headliner in buona parte dei maggiori festival estivi europei.

Il concerto prosegue incessante ripercorrendo tutta la storia dei QOTSA passando per “Songs for the Deaf”, “Lullabies to Paralyze”, “Era Vulgaris” e il più recente “…Like Clockwork” dove ritroviamo sonorità meno estreme e che a tratti possono ricordare persino Bowie o i Talking Heads.

La chiusura lascia tutti appagati grazie all’energica “A song for the dead”, la sigla finale di sempre, capace di prosciugare ogni energia residua nel pogo scatenato, che fa calare il sipario sulla Križanke Arena e su una performance da 10.
Bravo Josh.