Le Voci dell’Inchiesta, dal 9 al 13 aprile a Pordenone

pussy vs putin_01Sguardi che intrecciano importanti esempi del passato alle più recenti espressioni del genere dell’inchiesta, con omaggi a grandi maestri del giornalismo e un fitto palinsesto di proiezioni con premiati documentari italiani e internazionali, numerosi in anteprima italiana: con oltre quaranta ospiti italiani e stranieri e una ventina di opere selezionate nei più importanti festival cinematografici del mondo, torna da mercoledì 9 a domenica 13 aprile a Pordenone il festival di Cinemazero con l’Università di UdineLe voci dell’inchiesta, presentato oggi alla stampa dal direttore artistico Marco Rossitti.

Un focus sul’anniversario per i 60 anni della Televisione diverrà occasione per l’omaggio ad ANDREA BARBATO (1934-1996) inarrivabile cronista oltre che, scrittore, autore televisivo e teatrale. Del Barbato televisivo ricordiamo soprattutto quelle insuperabili Cartoline (847 in cinque anni, dal 1989 al 1994) spedite al popolo italiano, ai governanti e ai notabili. Tra gli ospiti presenti l’amico Walter Veltroni, protagonista della serata inaugurale (in programma mercoledì 9 aprile), con Ivana MontiFurio Colombo, Olivero Beha ed Emanuela Giordano. La presenza di Walter Veltroni, a cui fu affidato il discorso commemorativo in occasione della scomparsa di Barbato, sarà anche l’occasione per presentare il suo film “Quando c’era Berlinguer”, uscito da pochi giorni nelle sale italiane (mercoledì 9 alle 17.00).

Ulteriore, ineludibile ricorrenza quella dei vent’anni dalla morte della giornalista del TG3 ILARIA ALPI, uccisa in Somalia assieme al cameraman triestino Miran Hrovatin. Un esempio di tenacia e di coraggio ‘al femminile’ che attraversa tutto il festival. Un’ospite d’eccezione di questa ottava edizione è al centro della serata-omaggio ad Ilaria Alpi, realizzata venerdì 11 aprile in collaborazione con il Premio giornalistico Ilaria Alpi e il Premio Marco Luchetta: la giovanissima filmmaker Rachel Beth Anderson in Italia la prima volta dopo aver sbancato in pochi mesi i principali Festival internazionali (tra cui l’IDFA di Amsterdam e il Sundance Film Festival) con il suo documentario First to Fall, frutto di 7 mesi in mezzo alla guerra libica. La giovane filmmaker sarà anche protagonista, nella mattinata di sabato 12 aprile, del seminario “In prima linea: il reportage di guerra”, a cui seguirà la proiezione in prima italiana del documentario australiano Reach for the skies che presenta l’inchiesta del reporter Andrew Fowler sugli F35: proprio in un momento ‘caldo’ del dibattito in Italia sui costosissimi cacciabombardieri, l’autore cerca di rispondere alla domanda se si tratti di un super caccia militare o un progetto militare desueto e dispendioso.

L’ampia selezione dei DOCUMENTARI italiani e internazionali (dove spiccano ben 9 anteprime italiane) ci riporta sul tema delle “rivoluzioni al femminile”, a partire dalla grande testimonianza offerta dal gruppo punk rock delle PUSSY RIOT, tenacemente impegnate in questi anni in un’intensa azione contro Vladimir Putin. Attesa prima nazionale per il film che documenta in modo del tutto inedito la loro coraggiosa sfida al gigante del Cremlino: Pussy vs Putin – vincitore dello scorso International Documentary Film Festival di Amsterdam – è realizzato dal collettivo russo Gogol’s Wives (presenti due autori al festival domenica 13 aprile) che documenta camera a spalla le gesta del gruppo dalle prime azioni fino all’arresto, mostrando il vero volto di queste ragazze, dalla sala prove al carcere. Kismet è, invece, il documentario greco-cipriota della regista Nina Maria Paschalidou, al festival in prima italiana, che racconta il successo delle soap-opera turche in Medio Oriente, Nord Africa, Balcani e Asia: storie che raccontano la donna in una dimensione di maggiore libertà e indipendenza e che stanno contribuendo a rivoluzionare i rapporti di genere in quei Paesi. Sepideh. Reaching for the stars dell’antropologa Berit Madsen è una coproduzione internazionale che narra la personale rivoluzione della ragazza iraniana Spideh, che ha il sogno di diventare astronauta, aspirazione in contrasto con le aspettative della sua famiglia. La forza di una donna, nella sua veste di medico e di mamma, è al centro di un’altraanteprima: l’intenso documentario statunitense, Life according to Sam, di Sean Fine e Andrea Nix. I due medici Leslie Gordon e Scott Berns hanno un figlio tredicenne, Sam, affetto da progeria, una rara forma di invecchiamento precoce per cui non esiste alcuna cura. La madre decide così di dedicare i suoi studi alla ricerca del gene responsabile della malattia: una lotta coraggiosa per affrontare una malattia rara e fatale.

Delle minacce occulte alla nostra salute si parla, poi, in una delle prime nazionali più attese di questa edizione: l’ultima giornata di festival regala, infatti, al pubblico dell’Inchiesta il nuovo documentario prodotto e narrato dalla voce fuori campo del premio Oscar SEAN PENN, da sempre impegnato sul fronte della denuncia sociale e politica. The Human Experiment – nato dalla collaborazione dell’attore con i giornalisti Dana Nachman e Don Hardy – alza il velo sulla realtà scioccante delle migliaia di sostanze chimiche non testate presenti nei nostri prodotti di uso quotidiano, nelle nostre case e in noi stessi (dai cosmetici ai conservanti per alimenti).

Una sezione del festival sarà anche dedicata ai 60 dall’impresa italiana della la conquista del K2, seconda (e, all’epoca, ancora inesplorata) vetta del mondo. Con una selezione di rari e interessanti materiali storici e l’ausilio delle inchieste e ricostruzioni più recenti ed aggiornate, il festival cercherà di fare luce su una vicenda che, a 60 anni di distanza, appare ancora avvolta dalle nebbie d’alta quota, tra verità ufficiali e versioni personali dei fatti, rivelazioni e insabbiamenti, scandali e misteri, coperti, a quanto pare, persino dalla Ragion di Stato. A Pordenone il regista irlandese Nick Ryan presenterà il suo documentario “The summit” sulla tragedia del 2008 al K2., film selezionato in numerosi Festival cinematografici di tutto il mondo, dall’Australia agli Stati Uniti, che cerca di ricostruire fatti e dinamiche che in quei giorni hanno portato alla morte di 11 delle 20 persone che si trovavano sulla “montagna delle montagne”

Ulteriore, tema forte di questa edizione quello dei nuovi media, la rete, la web reputation e i pericoli di Internet in cui possono incorrere i cosiddetti ‘nativi digitali’. Tra i documentari, l’accurata ricerca della regista Beeban Kidron – che ha firmato, tra l’altro, il sequel di Bridget Jones – nel suo InRealLife dove esplora i rischi della rete, soprattutto per i più giovani, alla ricerca di chi sta davvero dietro la presunta libertà di Internet. Per questo film si è avvalsa di collaboratori come Julian AssangeClay Shirky (professore della NYU, considerato un’icona di Internet) e Jimmy Wales (Wikipedia e Wikia).

Mettendo a confronto interviste di ieri e documentari di oggi, commentati dal vivo e integrati dai ricordi e dalle testimonianze degli amici e dei collaboratori più fidati, tra cui Furio Colombo, sarà possibile anche ripercorrere la grande lezione umana e civile di uno dei più grandi innovatori del Novecento, l’industriale, politico, editore, urbanista Adriano Olivetti (1901-1960).

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(comunicato stampa)