Steve Hackett – 24 Maggio al teatro Verdi – Pordenone

Che dire? Usare la parola “rispetto” in questo caso forse è l’unica cosa da fare, perché non ne trovo altre per descrivere il concerto a cui ho assistito Sabato.
Per chi è veramente appassionato di musica, non solo quella degli anni 70, ma di quella che ne ha segnato indiscutibilmente la storia, non può non emozionarsi sentendo il nome di Steve Hackett.
Stiamo parlando di uno dei più grandi, influenti ed importanti chitarristi viventi. Stiamo parlando di un uomo che ha gettato le fondamenta del progressive rock, diventandone uno dei maestri indiscussi. Parliamo dell’inventore di due tra le più note tecniche chitarristiche, quali il tapping e lo sweep-picking. Senza dimenticare la cosa più importante, chitarrista dei Genesis!
Si esatto, di quei Genesis! Quelli di Peter Gabriel e di Phil Collins, quelli che facevano canzoni da 15 minuti e che fondevano musica e teatralità.
Questo live è il riassunto del progetto Genesis revisited, ovvero la rielaborazione moderna degli spettacolari brani che ci hanno regalato in quegli anni.

Sul palco salgono 5 musicisti e un cantante, tutti evidentemente più giovani di lui, ma con una preparazione di livello eccellente. D’altronde per stare dietro a uno come Steve, non puoi essere uno bravo e basta.
Il concerto si apre con l’immortale Dance on a Volcano, ma la gente inizia a scaldarsi veramente solo quando attaccano con Dancing with the moonlit knight, pezzo che apre Selling England by the puond, l’album più importante dei Genesis anni 70.
Tutto è perfetto: è il concerto numero cento di questo tour, suono, atmosfere, luci, classe e il look del cantante che ricorda molto un lord inglese del medioevo e una voce che ricorda molto il Peter Gabriel dei tempi d’oro.
Steve da vero signore interagisce col pubblico, parlando uno stentato italiano e ringraziando il suo pubblico ad ogni occasione, dando cosi’ vita a due ore e mezza di grandissimo live, passando da canzoni di Selling England a quelle di Foxtrot, da quelle di The lab lies down on Broadway a quelle di A Trick of the tail. Insomma tutto il repertorio dal 71 al 77.
Due ore e mezza di puro progressive rock, di quello ormai quasi estinto, di quello che fra qualche anno non avremo più la possibilità di ascoltare in live e la reazione del pubblico è stata talmente spontanea da non lasciare nessun dubbio sulla magia di Hackett. Dieci minuti di standing ovation con la gente che è schizzata all’unisono in piedi e gli organizzatori del evento che hanno portato una rosa ad ogni membro del gruppo.
Sono d’avvero entusiasta di aver assistito ad un concerto di questo livello e di aver avuto l’opportunità di vedere dal vivo uno dei chitarristi che per anni ho ascoltato nei dischi di mio padre e del quale ho il massimo rispetto!

Setlist:

Dance on a Volcano
(Genesis song)
Dancing With the Moonlit Knight
(Genesis song)
Squonk
(Genesis song)
Fly on a Windshield
(Genesis song)
Broadway Melody of 1974
(Genesis song)
The Return of the Giant Hogweed
(Genesis song)
The Fountain of Salmacis
(Genesis song)
The Musical Box
(Genesis song)
I Know What I Like (In Your Wardrobe)
(Genesis song)
Horizons
(Genesis song)
Firth of Fifth
(Genesis song)
Lilywhite Lilith
(Genesis song)
The Knife
(Genesis song)
Supper’s Ready
(Genesis song)
Encore:
Watcher of the Skies
(Genesis song)
Los Endos
(Genesis song)