Luca Manfè, come Masterchef ti cambia la vita.

vegasSabato prossimo 21 dicembre una grande festa co-organizzata da The Great Complotto Radio lo vedrà protagonista al ristorante Fossa Mala di Fiume Veneto (Pordenone) e Luca Manfè, il cuoco friulano più famoso del mondo si gode il bel momento di notorietà. Essendo nostro amico, abbiamo voluto intervistarlo per tutti voi che avete seguito le sue imprese ai fornelli del talent di cucina più visto al mondo ma anche per coloro che invece non l’hanno conosciuto prima che Bastianich, Ramsay ed Elliot lo incoronassero vincitore.

Durante tutto il programma ci sono stati tanti concorrenti e molti hanno avuto comportamenti poco corretti (Krissy su tutti), con chi hai legato di più sia umanamente che professionalmente?

Bri ed io siamo molto amici. Al provino eravamo uno di fianco all’altro e poi ci siamo ritrovati a Dicembre. E’ stata la mia spalla per tutta la competizione. E’ stato importante avere un amica come lei vicino alla quale poter parlare e chiedere consiglio.

Qual è stata la risposta dell’Italia alla tua vittoria? So che hai ricevuto critiche dai tuoi connazionali ma credo anche molti elogi: ci riporti uno caso per tipo che ti ha colpito di più?

Critiche per fortuna molto poche. La cosa che mi piace di più  quando mi scrivono e’che ho svegliato l’orgoglio nazionale.

 Come hai vissuto il silenzio doveroso verso il mondo sulla tua vittoria? è stato difficile mantenere il segreto per tanto tempo?

E’ stato fantastico! Lavoravo come cameriere da Giovanni Rana qua a New York e i clienti mi riconoscevano dalla TV e siccome facevo il cameriere tutti pensavano che non sarei arrivato lontano!

 Avendo seguito tutta la serie ti abbiamo visto migliorare alla grandissima nelle ultime puntate. Da cosa è stata guidata questa tua impennata tecnico /creativa?

Sicuramente aver vinto la Mistery Box quando eravamo rimasti in 7 e con mia moglie presente in studio mi ha dato una spinta incredibile. Alla fine pero’ e’ stato un miglioramento dovuto a tutti i consigli che mi hanno dato i giudici, il mio impegno sui libri di cucina quando non eravamo in studio e la mia tenacia. E’ stata la prima volta nella mia vita che ho cucinato tutti i santi giorni per 7 giorni alla settimana, anche quello ha fatto la differenza. Ho acquistato fiducia nelle mie possibilità e ho seguito il mio istinto.

La finale è stato un crescendo di sorprese e hai dimostrato di essere diventato un grande. Ti si leggeva la determinazione a vincere stampata negli occhi. Quanto è stato emozionante per te, raccontaci qualche momento topico della finale.

Sicuramente uno dei giorni più emozionanti della mia vita. All’inizio l’altalena di emozioni quando sono entrati in studio i miei amici con mia moglie poi la sorpresa nel vedere mio padre con mia sorella per poi scoprire che mia madre non e’ potuta essere a Los Angeles perché mia nonna stava poco bene. Quando ho aperto il coperchio della pentola a pressione e ho toccato le costolette di manzo, sapevo che avevo un gran piatto! E poi la panna cotta: c’e’ stata una tensione incredibile fino al momento in cui a 5 minuti dalla fine ho aperto il frigo e mi sono assicurato che la panna cotta era pronta! A dire il vero, non credevo che avrei vinto, quindi e’ stata veramente una grossa emozione e sorpresa quando lo Chef Gordon Ramsay ha detto il mio nome.

Raccontaci il tuo rapporto con i giudici, ti abbiamo visto sempre ben voluto dal trio degli Chef… ma ci sono stati momenti in cui ti hanno giudicato duramente.

I giudici sono stati fantastici nei miei confronti. Penso che quando mi hanno giudicato duramente e’ perché si sono sempre aspettati molto da me e cercavano di scuotermi.

 TGC Radio ha organizzato con te la tua prima serata pubblica in Italia… raccontaci come sarà la serata e che cosa ti aspetti.

Sono curioso di vedere come andrà, non solo perché’ e’ la mia prima serata in Italia, ma anche perché’ e’ la mia prima serata in un ristorante. Di solito i miei eventi sono molti piccoli e cucino nella casa della gente. Ci saranno tante foto e spero veramente in un momento dove si potrà spendere del tempo a contatto con tutte quelle persone che verranno alla serata per assaggiare del gran cibo, ma anche per conoscermi!

Raccontaci come pensi sarà il tuo rientro in Italia da “Chef”, sia con i tuoi amici sia con le serate per i tuoi “fan” e per altro

Sara’ bellissimo! Ricevo sempre molte e-mail e messaggi da persone del Friuli! Sara’ un periodo molto impegnato e spero di conoscere tutte le persone che mi hanno scritto.

(Intervista di Maurizio Ceolin)

Appuntamento quindi sabato prossimo al Fossa Mala. La festa inizierà alle 23.30 puntuali all’enoteca della Villa. Sarà memorabile, non perdetevela.
http://www.youtube.com/watch?v=BZ0MaXmj218

Tre allegri ragazzi morti @ Hiroshima mon amour, Torino, 16.11.2013

TARM Hiroshima Torino 16 11 2013

Magari questa volta ho capito perchè.
Perché a 40 anni sono felice ed emozionata a sentire per l’ennesima volta (oramai ho perso il conto) un live dei Tre allegri ragazzi morti. Non si tratta certo di un gruppo mainstream, sebbene il tour in apertura ai concerti di Jovanotti quest’anno abbia regalato al gruppo di Pordenone una bella visibilità.
I loro testi non parlano della mia vita di tutti i giorni: l’argomento preferenziale dei Tre allegri è sempre stata l’adolescenza e non ha significato dire che “non è una questione di età”. I numeri contano infatti gli anni che passano, lo fanno senza giudizio e il numero è 40; di certo non sono la studentessa universitaria che li ascoltava la prima volta 20 anni fa.
Stasera non sono  l’unica non adolescente tra il pubblico e molti sono i ragazzi giovani. Mentre canto insieme a loro penso a tutto questo e mi sorprendo di come la musica dei Tre allegri ragazzi morti mi coinvolga così tanto.
Conosco tutti testi delle loro canzoni. Ascolto ed amo anche altri artisti e quando sto tra il pubblico di un concerto di questi, mi sento al posto giusto. Stasera forse ho capito perché quando devo sentire i Tre allegri sono così presa ed emozionata.
“Perché i nostri genitori non hanno paura per noi?”. Consideravo vittimista questa frase: perché dovrei lamentarmi dei miei genitori? Perché pensare che avessero dovuto sobbarcarsi anche questa paura? I miei genitori hanno avuto paura di molte cose… ma non hanno avuto paura per me. Loro, con tutti gli altri genitori, vivevano un presente che non permetteva un futuro uguale e di sicuro nemmeno permetteva un futuro migliore. Avevano paura di questo?
“E io dovrei aver paura, ma sono un ragazzo morto e niente mi fa paura”.
I miei genitori hanno mille paure e me le hanno insegnate tutte.
I TARM e la musica mi ha insegnato ad avere coraggio.
Questo è il fatto.
La famiglia, la scuola, la società insegnano le regole ed è previsto che io le segua. La modifica alle regole è presa in considerazione solo se inoltrata con apposito modulo ad uso interno (quindi spazzatura).
I TARM mi dicono che non devo aver paura, che se anche non mi ricordo le regole, andrà tutto bene; puoi adirittura essere un ragazzo morto e suonare in una band.
I TARM mi hanno educato alla libertà, ascoltarli mi dà conforto e coraggio.
Ecco perchè aspetto i loro dischi e i loro concerti con tanta emozione, adesso come prima.
Per chi fosse interessato ai dati “tecnici” della serata e non queste divagazioni personalistiche, vi dico che non è stato il miglio live dei TARM: qualche suono impazzito e un paio di scoordinamenti evidenti. Toffolo e compagni magari un po’ stanche e più fermi del solito. La scaletta mette in primo piano gli ultimi album, quelli dell’esplorazione dub. I bis invece hanno di più il colore del rock’n’rol dei primi lavori.
Siamo già abituati a vedere i TARM con dei costumi di scena, ma in più questa volta c’è anche una bellissima scenografia (grazie a Andrea per la foto) che riproduce i due volti nella cornice di alberi della copertina dell’ultimo cd, andando a creare un ambientazione notturna e adolescenziale perfetta per il nostro gruppo.

Lennon Kelly – Motivo per restare

ultime uscite-lemmon kellyLennon Kelly è un progetto derivante da tante influenze diversificate, la tradizione popolare mescolata al rock’n’roll, la vena punk rock unita alle sonorità irlandesi di violino e banjo.Sette componenti, sette fratelli che vanno a creare un’alchimia di suoni e stile originale oltre molto piacevole durante il live.Band nata nel 2011, i Lennon Kelly escono nel dicembre 2012 col loro primo lavoro in studio, un EP di sei tracce cantate interamente in italiano dal titolo omonimo.

Il 26 settembre è uscito il video di Motivo Per Restare, singolo estratto dall’EP omonimo del gruppo. Una canzone punk rock che sente molto l’influenza del folk, con la presenza insistente di fisarmonica e violino. Un video accattivante, che riprende i temi della convivialità tipica all’italiana con tovaglie a quadri rossi e bianchi e ogni tipo di cibo sul tavolo, ma elevandoli all’ennesima potenza. Nel ritornello si notano in primo piano due delle chitarre che fanno da cornice al goliardico banchetto sullo sfondo, in cui gli altri 5 componenti del gruppo suonano e si abbuffano.

 

 

http://www.youtube.com/watch?v=A0518SAwy_0&feature=youtube_gdata_player

#avolteritornano – I Cani hanno ancora qualcosa da abbaiare

i-cani Dopo “Il sorprendente album d’esordio de I Cani” ed il successivo silenzio erano stati etichettati da molti come la classica meteora della musica italiana, successo effimero, mordi e fuggi, con la peculiarità che non erano usciti da uno dei tanti (troppi) talent show dello stivale, ma anzi si erano autoprodotti fuggendo e ripudiando le classiche sonorità che vanno per la maggiore nella nostra bella Italia. Apprezzabile. Molto.

D’altro canto Niccolò Contessa, mente e anima del gruppo, si era sempre distinto per un approccio quantomeno fuori dagli schemi. Memorabile la sua intervista al giornale L’Unità in cui dichiarava «Vediamo ogni giorno troppe band, troppi nomi, troppi servizi fotografici, troppe facce. Credo che il pubblico sia desensibilizzato all’immagine di band e alla rappresentazione classica di band, quindi conviene puntare su altro, ad esempio foto di cagnolini».
Dopo un paio d’anni di silenzio intervallati da qualche cover (Con un Deca-883) ieri, durante il concerto degli Editors a Milano è iniziato a girare qualche volantino che suggeriva di fare un giro nel web…e oggi cosa troviamo? Nuovo singolo per Niccolò e friends.

“Non c’è niente di twee”, pezzo alquanto basico, come nella loro tradizione, ma che al primo ascolto prende e fondamentalmente piace, testi diretti e mai banali e l’etichetta di band alternativa ben cucita sul giubbotto non li abbandona.
E questo aiuta.

Aspettando il secondo album gustiamoci quindi questa anteprima.

http://www.youtube.com/watch?v=9L6GmHCWC4g

REFLEKTOR, il fenomeno Arcade Fire

REF

E venne il giorno.
Il 9/9 alle ore 9(pm) si saprà la verità, tutta la verità, sul nuovo e tanto atteso lavoro della band di Montréal.
Da tempo oramai si susseguono le voci a proposito del nuovo LP degli Arcade Fire, band simbolo della scena indie rock mondiale, e loro stessi hanno contribuito ad amplificare l’attesa in maniera intelligente ed oculata.

Da veri e propri “maestri dell’HYPE” quali sono in questi mesi hanno sapientemente centellinato e nascosto tutte le informazioni, lasciando filtrare solo quanto volevano far sapere e facendo ritrovare sparsi un po’ in tutto il mondo enigmatici segnali ed anticipazioni.
Inutile sottolineare lo snervante stress psicologico al quale sono stati sottoposti i fans (io in primis).
Ma oggi è il 9 settembre e finalmente questa barbarie finirà.
Nei giorni passati sono già filtrate parecchie indiscrezioni: un singolo poi tolto dalla circolazione, una copertina, un video, un album, delle collaborazioni eccellenti. Ma bisogna fidarsi?
Personalmente non mi stupirei se in realtà quanto è stato anticipato fosse solo uno specchio per le allodole, non mi stupirei proprio, anzi in un certo senso proprio me l’aspetto.
E allora che dire amici. Aspettiamo assieme le 9pm.
Manca un’ora.
Buon ascolto.

Esclusivo – Daft Punk is playing at my Boot

daftGià, i Daft Punk, almeno per un giorno, fanno una grande sorpresa allo stivale più famoso del mondo e in anteprima ci regalano il primo singolo estratto da Random Access Memory, tutto per l’Italia, tutto per noi.

O forse non è andata proprio così.

Fabio Nirta, conosciuto dj e promoter della zona di Cosenza, probabilmente stufo del (capibilissimo) tam tam mediatico che da settimane attornia il nuovo lavoro del duo francese, ha pensato di raccogliere i vari frammenti e teaser di “Get Lucky”, fino ad ora unica traccia dell’album concessaci, di assemblarne una versione tutta sua e di diffonderla in rete spacciandola per il nuovo attesissimo singolo dei Daft Punk.

La versione homemade, o made in Italy se preferite, ovviamente ricorda molto un ipotetico pezzo dei due francesi, non a caso è un “collage” di quella che si presume essere la versione definitiva del singolo (che con tutta probabilità sarà molto molto molto simile al lavoro di Fabio), ma, senza nulla togliere al nostro eroe, un orecchio attento nota dei particolari e delle sfumature che difficilmente apparterrebbero a Homem-Christo e Banglater. Ciò non toglie che il tutto è iniziato a circolare in rete.

Risultato? Mezzo mondo se l’è bevuta. Davvero. Mezzo mondo.

Due milioni di visualizzazioni su Youtube in pochissimo tempo, gente impazzita, fan scatenati in delirio, blog che ne parlano, critici che già si esprimono, radio che la trasmettono, una diffusione a dir poco virale.
Invece quello che tutti hanno aspettato, ascoltato, giudicato era solamente l’abile lavoro di un dj cosentino molto sveglio, intraprendente e certamente simpaticissimo.

E Fabio? Lui giustamente se la ride, conscio di aver fatto un ottimo lavoro e di aver preso in giro mezzo mondo. Anzi, diciamolo pure: per una volta è l’Italia che ha preso in giro mezzo mondo, non viceversa.

GRAZIE FABIO!

p.s.

Per i più curiosi ecco la versione “made in Italy” trasmessa da una radio francese.

http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=L4HYMhdhty8

Live – Paletti @ New Age Club

recensioni-palettiBasico, informale, diretto.
Quando i giri di parole non servono.

Sabato 6 aprile Pietro Paletti aka Paletti e basta si è esibito al New Age Club di Roncade (TV) durante la piacevole Indie Night presentando sul palco un artista totalmente diverso da quello che avevo ammirato ed apprezzato tre anni fa come bassista dei “The R’s”.

Già il suo primo EP (“Dominus”, ndr), risalente all’anno scorso, aveva ben impressionato pubblico e critica facendo parecchio parlare di sè, ora, con il nuovo lavoro “Ergo Sum”, Paletti si impone e soprattutto viene riconosciuto come una delle realtà underground più belle e promettenti dello stivale.

L’inizio è un po’ in sordina: sul palco lui assieme ad altri tre musicisti, il locale è abbastanza popolato, ma non come mi ha abituato in altre occasioni; poco male mi dico, meno tempo speso a spingersi e sgomitare per accaparrarsi una vitale boccata d’aria. La seconda nota positiva di cui mi accorgo quasi subito è come nel giro di pochi minuti tutti i presenti siano assolutamente attenti e ben concentrati sulla performance, non c’è chi gironzola o si accalca freneticamente al bar, ci sono persone che vogliono ascoltare del buon cantautorato. Così si che mi piace.

Il concerto procede liscio, piacevole, i testi sono brillanti e le melodie davvero orecchiabili, Paletti scambia quattro chiacchiere con il pubblico toccando argomenti cari a tutti come (ahinoi) l’odierna situazione politica italiana, ma anche riflessioni e pensieri più strettamente intimi e personali; toccante soprattutto il racconto del rapporto conflittuale con il padre che una disgrazia ha poi fatto migliorare.
Il bresciano ci sa fare sul palco: fa sentire la sua presenza, la parlantina è simpatica e fluente, coinvolge con le sue chiacchierate e soprattutto con la musica d’impatto; passa infatti in rassegna tutto il suo repertorio, senza ripetersi, senza annoiare e giustamente enfatizzando i suoi pezzi più orecchiabili e trascinanti come “Adriana” e “Cambiamento”. E c’è chi balla.

Il tutto si conclude tra gli applausi, applausi meritati per chi, a parer mio, sta cercando di cambiare il volto del pop italiano, di farlo maturare concettualmente e stilisticamente, di riportarlo ai livelli di eccellenza che, nello stretto caso italiano, ha avuto solo nel panorama di molti, molti, direi troppi anni fa.

La serata procede, la musica si alza, la gente balla.
Io mi adeguo, un po’ più rincuorato sulle sorti future dell’italica pop music.