Lo Stato Sociale @ New Age Club 11/04/2015

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Sabato 11/04/2015 il New Age ha ospitato l’atteso ritorno de Lo Stato Sociale, passato sul palco del club di Roncade un paio d’anni fa con il disco d’esordio “Turisti della democrazia”. Quella volta eravamo in appena 150, la band emiliana era ancora poco conosciuta, ma ci conquistò con un electropop fresco e festaiolo, i balletti demenziali e quel non prendersi troppo sul serio da “divertiamoci tutti finché dura”.

Nel frattempo la loro popolarità è cresciuta in modo esponenziale ed è arrivato anche il secondo, fatidico, disco “L’Italia peggiore”, che li ha consacrati come una delle band più rappresentative di questa generazione.

La vera sorpresa non è stata, quindi, ritrovarmi in un club stracolmo, né scoprire che la data era sold out già da un paio di giorni, ma rivedere sul palco la stessa band di due anni fa, stessa autoironia e stessa voglia di far casino: l’unica differenza è che stavolta, fra il pubblico, tutti cantavano tutto, perfino l’ipertrofica “Ladro di cuori col bruco”.

Lo spettacolo assomiglia di più ad un vero concerto ma non mancano siparietti con tanto di bacio omo su “Amore ai tempi dell’Ikea”, tripudi finto-patriottici con “Questo è un grande paese” o momenti più riflessivi come quando cantano “Linea 30” e “C’eravamo tanto sbagliati” e Lodo ricorda i fatti della scuola Diaz e del G8 di Genova. “Quello che le donne dicono” viene presentata in versione remix, più elettronica e (ahimè) senza balletto, mentre “Mi sono rotto il cazzo” rimane così, perché gli inni non si toccano.

Chiudono altri due pezzi “storici” come “Abbiamo vinto la guerra” e “Cromosomi”: questa volta ci sono pure i coriandoli, che ci si attaccano addosso perché per due ore non abbiamo fatto che ballare.

Bentornati.