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Tito Esposito – Estro ci vorrà

 

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Tito Esposito e l’album di esordio “Estro ci vorrà”

Prendete un assortimento misto di cantautori italiani, ad esempio Edoardo Bennato, Ivano Fossati, Pino Daniele, Meg, aggiungete un po’ di reggae e un pizzico di blues, agitate bene e voilà: ecco a voi Tito Esposito. Campano ma cresciuto a Perugia, con all’attivo un disco registrato in America, riunisce nella propria musica influenze vicine e lontane, ma le basi sono solidamente radicate nella canzone all’italiana ed è in questa dimensione che, a mio parere, raggiunge i risultati migliori. “Toccami destino” e “La ballata del barbone” sono i due brani più interessanti, tracce acustiche semplici ma efficaci, senza gli orpelli stilistici che, in altri casi, confondono e suonano un po’ forzati.

Il resto dell’album si divide in brani dai ritmi sincopati, come “Brakin’ down”, “I prati di Artemide” (molto suggestiva la versione unplugged) e l’omonima “Estro ci vorrà” e tracce dai suoni meno esotici, come la ballata acustica “Luna Blues”, dolce come una ninna nanna, o “Busso Bollente”, un mix energico di soul e funk. Nell’insieme il disco funziona e offre una interessante prospettiva su diversi generi musicali, dai quali Tito Esposito attinge ritmi e colori per riadattarli al proprio stile ed al proprio modo di comporre.

Alcune scelte negli arrangiamenti suonano “vecchie” e poco originali, ma non guastano quello che rimane comunque un notevole disco di esordio.