Recensione – Nile, “At The Gates Of Sethu”

Recensione- NilePadroni incontrastati del brutal tecnico e raffinato, i Nile ritornano nelle bacheche dei negozi di dischi con il nuovo lavoro intitolato “At The Gates of Sethu”.

Il disco segue il capolavoro del 2009 “Those Whom God Detest”, annoverato come uno dei migliori full length in casa Nile, nonché uno dei migliori album estremi dell’anno.

Come già detto, segue sulla falsariga le sonorità del precedente lavoro, non apportandoci modifiche rilevanti, dove molto spesso i riff di chitarra risultano piatti e i suoni li rendono ancora meno efficaci, e stessa cosa vale per le parti solistiche.

La prova strumentale dell’annoverato e idolatrato batterista George Kollias è come sempre magistrale e sembra dar l’impressione di aver inventato qualche tecnica nuova ad ogni nuovo album che la band americana di ben nota ispirazione mitologica egizia fa uscire, ma non è sufficiente a lasciare sull’ascoltatore un segno indelebile a fine ascolto.

I suoni della batteria poi sono troppo finti e ritoccati rispetto allo standard a cui ci hanno abituato i 4 nerboruti metaller della South Carolina, e l’unica cosa che spicca, è il ritorno dietro al microfono del buon vecchio Jon Vesano, già noto per aver interpretato vocalmente alcuni precedenti album.

Ogni canzone è una mazzata senza compromesso nei denti, ma purtroppo priva di personalità, e quasi sempre fine a se stessa, ciò non lo rende un disco fondamentale da dover presenziare in ogni radio dei fan più estremi del metal.

VOTO: 6

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