Recensione – Killswitch Engage “Disarm The Descent”

Recensione Killswitch engageL’abbandono dopo una decade di successi del’ afroamericano Howard Jones, riapre le porte al primo cantante nonché membro fondatore dei Killswitch Engage, Jesse Leach.

Dopo il capolavoro “Alive” or “Just Breathing” dove la band originaria del Massachussets dimostrò come un intera band si può plasmare attorno alla voce di un singer creando delle sonorità e melodie al di fuori della portata di molti, “Disarm the Descent” non poteva che essere un compromesso tra le due ere passate: quella degli esordi, molto diretta e dal riffing veloce e spinto, e quella degli ultimi 10 anni, dove la melodia e la cadenza la facevano da padrona.

E’ molto evidente che la melodia è diventata carattere portante dello stile della band, tanto da costringere il ‘neo’ cantante a dover molto spesso imitare Howard; tutto ciò per molti può significare che Jesse, sempre abituato a scream acidi, possa dimostrare di raggiungere ciò che Howard ha costruito negli anni, ma per molti altri non può assomigliare a nient’altro che ad una mera imitazione mal riuscita.

Un álbum con molta poca innovazione viste le aspettative, ma ad alto ritmo, ben suonato e soprattutto grazie al chitarrista/produttore Adam Dutkiewicz, di una produzione incredibilmente perfetta nei dettagli; ciò non basta però a renderlo un album migliore dei precedenti capolavori, questo anche grazie al fatto che nel complesso non ci sia nemmeno una canzone che venga all’orecchio più delle altre se non il singolo “In Due Time”.

 

VOTO:6,5

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