Recensione ‘Ludovico Einaudi – In A Time Lapse Tour′ @Teatro Rossetti 05.12.2012

Einaudi concerto

Un viaggio.

Sapientemente organizzato da Azalea Production in collaborazione con il Comune di Trieste, una delle città più cosmopolite d’Italia, per il mare e la sua posizione di confine: la destinazione ideale.

Sì, il concerto di Ludovico Einaudi al Teatro Rossetti, tappa del suo In a Time Lapse Tour, è stato come prendere parte ad un viaggio. Un compositore in piena forma, il naturale leader di un gruppo di giovanissimi musicisti che, come ragazzi atterrati in un luogo sconosciuto, sperimentano, timidi, nuovi strumenti dalle sonorità esotiche.

Fin dalle prime canzoni come Time Lapse o Experience, infatti, si possono sentire dei ticchettii, delle percussioni e qualche accenno di musica elettronica in sottofondo, come a offrire freschezza alle classiche note del Maestro Einaudi accompagnate da vari – ancora più classici – archi. Finiamo nell’Africa più profonda. Poi una nota di violino, così familiare, ci riporta a casa. E ancora, di nuovo, in un susseguirsi di note.

Un mix sapiente e bilanciato tra classico e moderno che emoziona e fa da preludio a una passeggiata in solitaria del protagonista del nostro viaggio.  Ne I Giorni, Tu Sei, Berlin Song, Fly, il Maestro ci lascia un momento da soli con lui e con le sue dita che scorrono veloci sul piano. Momenti dal sapore europeo, delle grandi capitali. Roma, Londra, Parigi, Berlino.

E infine l’esplosione. Il ritorno a casa con il mondo dentro.

Quasi come se nel percorso avesse preso confidenza con gli strumenti, l’orchestra ritorna e ci dona un’energia nuova con un’applauditissima esibizione di Divenire, probabilmente la composizione più celebre di Einaudi. Chiudendo poi con Eden Roc e Lady Labirinth, energia pura di strumenti molto diversi (soprattutto corde e percussioni) rispetto al piano, che si gode un po’ di sottofondo dopo essere stato protagonista.

Un viaggio, insomma, intorno al mondo. O, chissà, forse solo dentro a noi stessi.

Recensione di Lucky D.

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