Recensione: Rammstein – 11 luglio 2013

Recensione RammsteinGiovedì 11 luglio 2013 si è tenuto, presso Villa Manin a Codroipo (Udine), quello che sarà sicuramente ricordato come uno dei più grandi show di quest’estate musicale friulana, se non nazionale. Hanno fatto tappa in questa Regione infatti, dopo la data romana, i tedeschi Rammstein, con il loro tour Made in Germany 2013.

Il concerto, organizzato da Azalea Promotion e Live Nation, in collaborazione con la Regione Friuli-Venezia Giulia, Agenzia Turismo FVG “Music&Live”, l’Azienda Speciale Villa Manin ed il Comune di Codroipo, ha visto la spettacolare location storica riempirsi di oltre diecimila persone provenienti da Italia, Slovenia, Austria e Croazia.

È servito un palco grande oltre trenta metri e largo venti, una settimana di montaggio e di preparativi, per quello che oltre ad essere un concerto di sano tanz metal si è rivelato uno spettacolo circense degno della migliore Moira Orfei. Va comunque detto che la strumentazione era di ottima qualità, la qualità del suono molto buona e la spettacolare scenografia che ha accompagnato i Rammstein è stata davvero di gran classe. Peccato solo per il volume, comprensibilmente (viste le vicine abitazioni) non a livelli troppo alti che, unito alla presenza delle sole casse davanti, non ha permesso una completa immedesimazione nell’atmosfera del concerto che altrimenti, visto anche il clima temporalesco, sarebbe stata perfetta.

Porte aperte dalle 17.30, lo spettacolo si è aperto alle 20.30 con i danesi Volbeat, support act d’eccezione, rinomato a livello internazionale, che mischia sonorità tipicamente metal con uno stile di canto rockabilly, un sound del tutto particolare che si ispira tra gli altri ai grandi del rock del passato.

Il concerto sarebbe dovuto iniziare alle 21.30, ma Till Lindemann e soci hanno deciso di far aspettare i propri fan per oltre un’ora, nonostante la costante della pioggia. Diluvio che, però, non ha impensierito le migliaia di persone presenti, che alle 22.30 hanno iniziato a scatenarsi dopo un’apertura pirotecnica e spettacolare della band tedesca. Molti i travestimenti, poche invece le interazioni del cantante Lindemann con il pubblico, però intense. Va ricordata, come primo ‘scambio’, un dantesco ‘Pioggia del cazzo’ sviscerato dalla voce dei Rammstein, che gli ha permesso di entrare subito in completa empatia con i propri fan.

La band dalle sonorità tanz metal, genere a cui loro stessi piace ricondursi e che sottolinea le influenze metal ed elettroniche che lo caratterizzano, ha eseguito gran parte dei propri brani più famosi. Dall’apertura con ‘Ich Tu Dir Weh’, seguita da altri successi come ‘Keine Lust’, ‘Mein Teil’, ‘Ohne Dich’, ‘Du Hast’, ‘Feuer frei!’, ‘Benzin’, ‘Links 2-3-4’, ‘Ich Will’.

Al di là delle canzoni, caratterizzate dalle proprie influenze provenienti dalla cultura tedesca e dai testi in lingua madre, caratteristiche che probabilmente sono state la fortuna di questa band, a colpire e far infiammare (in tutti i sensi) il pubblico, sono stati soprattutto i giochi di fuoco sul palco, ormai vero e proprio marchio delle esibizioni live della band teutonica. Va da sé, Feuer Frei e Benzin sono stati i pezzi che hanno infiammato maggiormente i presenti, che hanno visto Till Lindemann esibirsi sul palco sputando fuoco con un lanciafiamme vero e proprio, usato quasi come fosse stato una pompa da giardino, per bagnare le piante. Su Du Hast, poi, accompagnato dalle mani del pubblico, la voce dei Rammstein ha sparato con un particolare arco dei petardi contro la torre di fronte al palco, dalla quale sono partiti immediatamente altri fuochi pirotecnici che, con un sibilo tipico dei razzi, hanno raggiunto il palco, facendolo letteralmente esplodere in una nuvola di luce, fuoco e fumo, mandando in visibilio gli spettatori. Solenne poi la scenografia di Sonne, quando sul telone, che faceva da sfondo alla band sul palco, si è formato un Sole di fuoco, che emergendo poi si è trasformato in quella particolare croce che è il simbolo dei Rammstein.

Il bis ha visto il gruppo tedesco eseguire una toccante versione solo pianoforte di Mein Herz brennt, seguita da una assolata Sonne e da una leggermente ambigua Pussy, che ha visto il frontman cavalcare un cannone, dalla forma abbastanza esplicita (vedere foto), che sparava schiuma dal palco verso le prime file.

L’ottima performance, unica tappa nel Nord Italia, è terminata a mezzanotte e mezza, dopo due ore di concerto molto intense. Entusiasta il pubblico, così come entusiasti sono rimasti i componenti della band che, dopo il ringraziamento in italiano di Lindemann («Siete bellissimi. Vi amiamo, grazie mille»), hanno ringraziato i presenti con un inchino a mo’ di attori teatrali, venendo ricambiati da un mare di applausi. Come in una filosofia orientale, pioggia e fuoco, sono stati gli elementi principali di questo concerto, ennesimo successo sia dei Rammstein, sia di chi questa sera li ha portati a Villa Manin.

Recensione di Riccardo Favaro

 

http://www.youtube.com/watch?v=qzk5da0u35g

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