Trivium – Vengeance Falls

TriviumVengeanceSicuramente una delle band più chiacchierate dell’ultimo decennio del metal melodico americano, ma come ogni band nel mondo, non tutti gli album possono essere dei capolavori, ecco, questo è proprio il loro caso.
Esordiscono nel 2003 con Ember To Inferno, un cd che non ha suoni molto degni, ma pieno di canzoni degne di nota, predecessore del capolavoro del 2005 “Ascendancy” che grazie alla Roadrunners Records li ha lanciati tra i big del genere.
Loro non negano mai l’ispirazione per alcuni gruppi, tanto che nel 2006 sfornano quello che è un cd accusato da molti di essere un plagio di band come Metallica e Judas Priest, e proprio grazie a “The Crusade” che al singer Nippo-Americano Matt Heafy viene attribuito un accostamento al lead singer James Hetfield.
Nel 2008 esce Shogun, in cui viene ripercorso l’amore per la propria cultura da parte di Matt, poi, il cambio di stile con l’arrivo di In Waves nel settembre del 2011 dove passano a melodie più ricercate e a suoni decisamente più curati, anche nell’esecuzione dei brani, grazie anche al nuovo acquisto Nick Augusto alla batteria, dopo la “dipartita” di Travis Smith che per poco non ha fatto sciogliere la band.
Ma veniamo al dunque, Vengeance Falls, è un culmine di B-Sides del precedente album, mescolate e ritrite, nessuna melodia veramente avvincente sebbene i suoni e l’esecuzione tecnica dell’album sia impeccabile.
L’album si apre con “Brave This Storm”, un buon gioco di ritmi con una linea vocale disgustosa rispetto a ciò a cui ci avevano abituato, salvata in corner dal ritornello e dalle melodie e dagli assoli spettacolari di Corey Beaulieu; il secondo brano, la titletrack è un tributo (si spera) ai Judas Priest, mentre arriviamo alla tanto acclamata “Strife”, altro intro che non è nient’altro che un inno all’ heavy metal anni 80, con un grande Nick dietro le pelli, e una linea vocale nella strofa che da terrificante, come per il primo brano, durante il ritornello si rinvigorisce finendo su un giro creato apposta per coinvolgere il pubblico dal sapore molto Maideniano e reso molto carino grazie alla sezione solistica.
“No Way To Heal” è la traccia n.4, riassumibile semplicemente con un qualsiasi brano dell’album “The Jester Race” del 1996 degli In Flames.
L’album non scorre molto facilmente, e sebbene necessiti di almeno 4/5 ascolti integrali, se ancora dopo ciò non è in grado di convincere, allora forse è il caso di iniziare a pensare che i Trivium stiano cercando di creare giri per coinvolgere una clientela molto più giovane e radiofonica, oppure è proprio un buco nell’acqua.
“Vengeance Falls” si conclude con la bonus track “Skull…We Are 138” cover dei Misfits, buona interpretazione, ma perchè con tutta la discografia dei Misfits hanno scelto un brano che li lega da un certo punto di vista vocale evidente?
Nonostante tutto bisogna sottolineare sempre che i Trivium rimangono dal vivo una grandissima band, capace di intrattenere un piccolo club rendendolo un inferno, e allo stesso modo i più grandi festival europei.
Speriamo in lavori migliori in futuro.

Voto: 5-

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