“Mentre ti abbracciavo un fremito
scese lungo la schiena
tesa come tutti i pensieri appesi ad una corda
così non toccammo terra ma volammo
come quando un giorno di primavera ci toccammo
sull’erba distesi ed abbracciati
e tu mi dicevi non aver paura amore
stringimi e voleremo a testa in giù….” – IL SALTO
Nel 2002 un fatto di cronaca sconvolge le coscienze giovanili: il primo maggio di quell’anno due ragazzi muoiono facendo bungee jumping a Terni. Un’immagine che tuttora fa venire i brividi: due persone che non sapevano a cosa andavano incontro, si sono buttate nel vuoto sorridendo felici del gioco.
“Il Salto” è il nuovo singolo estratto dall’album “Lo SpettAttore” di Marcondiro.
Il brano è in concorso per conquistare il palco ambitissimo del 1 Maggio, attraverso il contest 1MFestivalQUI IL LINK DIRETTO PER GUARDARE E VOTARE IL VIDEO IN CONCORSO FINO AL 14 MARZO
http://www.1mfestival.com/videos/il-salto/
L’album, licenziato da Halidon nel 2011, ha ottenuto ottimi consensi dalla stampa e dai circuiti radiofonici e continua a riscuotere successi tali da consentire l’uscita di un terzo singolo a distanza di 2 anni dall’uscita del disco.
Musica in bilico tra pop e teatro, testi tra l’ironico e l’impegnato, il cantautore cosentino propone un mix di ironia e qualità. Marcondiro, autore che da anni lavora dietro e davanti ai riflettori della musica, del teatro e della televisione, ama giocare con gli ossimori, i neologismi e il non sense.
Gli arrangiamenti sono curatissimi e ci si affida all’uso di archi per dare corposità al brano. Le melodie ariose del cantato si contrappongono o fanno contrappunto ad armonie a volte dissonanti, ma sempre accattivanti. La sezione ritmica è quella che dà carattere al mio stile compositivo: mescolare linee di basso dub, con batteria decisamente rock e percussioni etniche. Nel lavoro ci son solo strumenti reali per le orchestrazioni (le sezioni di archi e di fiati), sintetizzatori analogici e alcuni strumenti della tradizione popolare (tamburo a cornice, lira calabrese, oud). Il tutto mixato adottando un modo di usare “le macchine” un po’ retrò: poca automazione digitale e molta manualità umana.