Dischi – Carollo Garro – Crosswise

 

Dischi - Carollo Garro - CrosswiseMetto su un disco che mi è stato dato recentemente.

Ok, lo riconosco, mi è stato dato da un amico, da un musicista eccelso che stimo tantissimo e quindi già lo so che mi piacerà. Quello che non so ancora è che dopo averlo ascoltato una volta, lo farò andare una seconda e dopo una terza e per un semplice motivo: che è bello.

Bello.

Che parola difficile e in quanti proverbi, aforismi e poesie impropriamente definite tali sentiamo parlare di bellezza. Beh, io sono una musicista e se utilizzo questo termine per esprimere un concetto riferito a della musica, mi riferisco al SUONO. Come disse una volta molto intelligentemente Fabrizio Sferra durante uno dei workshop di Siena Jazz, il suono è la prima cosa che noti quando entri in un posto. Non ti rimane impressa quella scala, piuttosto che il tal arrangiamento….e in questo disco, io sento un suono che mi fa voglia di rimanere lì, ad ascoltare.

Ho sempre creduto che il suono bello possa giungere solo da anime belle; qualcuno dei miei amici non è d’accordo e forse ha ragione…ma come fa una pesca buona ad avere un nocciolo marcio?

Queste sono considerazioni molto poco tecniche ed ogni tanto ci sta e dico di più; forse ogni tanto dovrebbe proprio essere così anche per l’orecchio tecnico, ossia dimenticarsi di averlo ed ascoltare la musica per come viene fuori. Poco importa se è originale, cerebrale, ricercata, poliritmica, polimetrica, policardiaca o poliglotta…se non ti fa pensare a tutte queste pippe mentali, forse è arrivata dove doveva arrivare e cioè a  farsi udire non con le orecchie ma con l’anima, come la ascoltavamo noi tutti prima di arrivare a questo punto (qual è il vostro punto non lo so, ma so qual è il mio, ossia quello di una che ascolta jazz da vent’anni.)

Questi due hanno una gran voglia di suonare e di vivere ogni nota come se fosse una goccia di Chanel n.5 e poco importa loro se per farlo devono passare da Carollo a Monteverdi, da Modugno a Jecko (si, lui, Michael). Lo fanno e basta e nell’interplay di questo giallo e arancione potente che hanno piazzato in copertina trascinano il loro ritmo precisissimo in uno swing senza tempo nè maniere, un po’ irriverente e scanzonato, ma per finta.

Eh si, perchè questi due signori pluriconcertisti e pluridiplomati e pluristrumentisti di scanzonato non hanno proprio nulla, tranne l’anima del bimbo che è quella che serve per suonare in questo modo.

Per favore, se incontrate Carollo o Garro dite loro che per due che suonano così sarebbe il caso di farsi un sito prima o poi nel 2013…io insisto da molto e senza successo! 🙂

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