SUS – Tristi Tropici

Tristi_Tropici_Cover_webIl nome della band é SUS (acronimo di Succede Una Sega). Il titolo dell`album Tristi Tropici.

É già sufficiente per capire in quale viaggio sonoro questo gruppo toscano desideri portarvi: atmosfere adagiate in uno spazio sospeso, dove nulla é ancora definito e le speranze attendono dolcemente d`essere deluse.

Contraddizioni di un sistema imperfetto emergono nel contenuto dei pezzi: Lunedí Feriale, o Il Fascino indiscreto del Compasso, o lo stesso pezzo che dá il titolo all`album, Tristi Tropici, che soprattutto omaggia il diario di viaggio dell’antropologo Claude Levi Strauss.

Dal punto di vista tecnico e musicale, la band é matura e completa, presta molta cura ai suoni dosando ogni nota per avvolgere l`ascoltatore nel mondo immaginato.

Altamente consigliato ad animi inquieti e mai domi, affamati dalla ricerca di risposte che non esistono.
Ottimo lavoro uscito per Technicolor Dischi il 22/06/14. Produzione artistica: Fabio Magistrali.

http://www.youtube.com/watch?v=W8tUQb17QWo

The Whip Hand – “Wavefold”

(2014. Strawberry Records)copertina_front

I The Whip Hand sono additati da molti addetti ai lavori come tra i gruppi giovani più promettenti della scena musicale nostrana e l’uscita di “Wavefold” per la Strawberry Records ci dà l’occasione di saggiare le potenzialità di questa band e contrastare contestualmente le prime canicole estive con un po’ di algide sonorità derivate dalla vecchia scuola new wave e post-punk di Siouxsie and the Banshees, Joy Division e dei primi Cure.

Basso, chitarra, batteria e liriche in inglese per nove tracce (più un intro strumentale) attraverso le quali i The Whip Hand tessono un denso connubio di tensione emotiva e rabbia tenute insieme da una sezione ritmica serrata e chitarre altamente riverberate con contaminazioni (poche a dire il vero) noise e shoegaze. Il disco è di quelli potenti, ascoltare per credere la deflagrazione d’apertura di “Like Water”, i riff scarnificati e ossessivi di “Eleven” e “Arms”, l’incalzante linea di basso di “Falling”.

Di contro, “Wavefold” patisce una composizione un po’ ripetitiva imbolsita da una produzione casereccia in bassa fedeltà piatta, le tracce vocali sono esageratamente compresse e prive di spunti melodici e questo non aiuta a prendere la giusta confidenza con le canzoni. Ed è un peccato, perché questi ragazzi pur essendo in giro da relativamente poco sembrano avere già piena padronanza dei propri mezzi tecnici, oltre a mostrare spunti compositivi molto interessanti (al netto di un forte citazionismo dei padri fondatori del genere). Il meglio dei The Whip Hand viene fuori infatti quando il trio pugliese si allontana per brevi istanti dall’accademica rivisitazione new wave come nella coda strumentale di “Today”, che è una bella progressione space-rock temprata in ghiaccio wave, o nel denso muro di delay che fa da sfondo al brano di chiusura “Whenever You Want” (il preferito di chi scrive).

Ma questi sono solo brevi episodi estemporanei ad intermittenza, troppo poco per scucire di dosso a questa ambiziosa band l’etichetta di semplice buon “gruppo emergente”.

Voto: 5/10

Streaming del disco: thewhiphanditaly.bandcamp.com

https://www.youtube.com/watch?v=001KjKKgW7k

 

Sick Tamburo, Senza Vergogna

senzavergogna

Si chiama “Senza Vergogna” l’ultimo album dei Sick Tamburo, uscito il 3 giugno per La Tempesta e prodotto da Gian Maria Accusani per Discgust Music Production e distribuito da Master Music.

Ci sono 10 canzoni e Gian Maria stavolta le canta tutte, raccontando di fissazioni maniacali e personaggi strani, di segreti imbarazzanti e piccoli fatti del passato che non fa piacere ricordare, con chitarre pesanti, definite da qualcuno “malate”, ritmi incalzanti e melodie che mi ricordano un po’ il blues.

“Il fiore per te”, il primo singolo uscito, si distacca molto dal resto dell’album. Capisco che per esigenze commerciali sia stata promossa questa traccia main stream, ma mi sento di dire ai fan storici dei Prozac+ e dei Sick Tamburo che non c’è nulla da temere: le altre nove tracce sono un’evoluzione della band in una direzione ancora più alternativa ed elaborata, con la voce di Mr Man e quell’accento pordenonese così ben intonato con le parole che canta.

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Nel canale You Tube Discgust Music trovate alcune canzoni dell’album e un tutorial del gioco contenuto nella copertina del cd.

Potete acquistare “Senza Vergogna” on line, nel sito de La Tempesta a 12,90€ (non serve la registrazione) oppure in iTunes a 8,99€ l’album intero e 0,99€ i singoli brani (è necessaria la registrazione), ma anche ai loro concerti (come ho fatto io) a 10€.

Be social! Facebook e Twitter dei Sick Tamburo, sempre interessanti da seguire per essere aggiornati sui live e stranezze del gruppo.

Tracklist
1. QUALCHE VOLTA ANCH’IO SORRIDO
2. PRIMA CHE SIA TARDI
3. L’UOMO MAGRO
4. QUANDO BEVO
5. IL FIORE PER TE
6. NIENTE TI DIPINGE DI BLUE
7. HO BISOGNO DI PARLARTI
8. SE MUORI TU
9. TI AMO (SOLO QUANDO SONO SOLO)
10. PENSIERO

Prossimi concerti
20 giugno – Vico Pisano
24 luglio – Pordenone
25 luglio – Igea Marina (Rimini)
26 luglio – Soliera (MO)
27 luglio – Chiuppano (VI)
31 luglio – Segrate (MI)
2 agosto – Cuneo
9 agosto – Curinga (CZ)
5 settembre – Treviso
27 settembre – Moncalieri (TO)

WU MING CONTINGENT: BIOSCOP e le sue gemme di rivoluzione.

wu-ming-contingent-musica-streaming-bioscopRecensione Breve
Dare un contesto sonoro a brevi biografie di vite che non devono passare inosservate o peggio dimenticate.
Ma anche proporre, smuovere, cercare: Wu Ming Contingent è la bella versione musicale di ciò che i Wu Ming continuano ad essere in letteratura. New wave, rock, spirito punk e digressioni jazz: la musica vive di un carattere proprio e non è mera ombra a testi ispirati, curiosi ed interessanti.
Un disco efficace, bello ma soprattutto al posto giusto nel momento giusto.

Voto 7.5

 

 

WU MING CONTINGENT: BIOSCOP (woodworm-2014)

Boom! Rivoluzione..
Una parola, un’ossessione, una ricerca, una necessità, un concetto vivo da sempre nella brillante filosofia del collettivo Wu Ming, qui impegnato a rendere in musica quelli che possono essere considerati i cardini del loro pensiero, della loro denuncia.
Rinominatisi nella loro veste di musicisti Wu Ming Contingent, si tratta del progetto parallelo musicale di alcuni degli autori che abbiamo conosciuto con Q, Manituana, L’Armata di Sonnambuli (di recente pubblicazione ma che già promette di essere un “cult” fra i lettori) e tutti i loro fratelli.
Una passione quella musicale che non hanno mai celato, con approfondimenti mirati nella loro arte madre, con divagazioni teatrali proponendo reading o mettendo in scena rappresentazioni musicali, con collaborazioni con numerosi esponenti della scena off italiana.
In BIOSCOP troverete un insieme di “storie”, come frames di vite che “pomeriggio 5” o “la vita in diretta” (e le minuscole non sono un errore di battitura) non vi racconteranno mai. Storie lontane da nozionistica spicciola o personaggi utili alla nuova cultura imperante che necessita invece di amebe ben pettinate, icone del lusso illusorio per un occidente alimentato ad anabolizzanti cognitivi.
Sviscerare tutte le tracce dell’album, analizzandole una ad una, è un progetto molto interessante ed una pratica fondamentale per capire le conoscenze personali di ognuno ed il suo rapporto con la Storia moderna e contemporanea. Sapete chi è Peter Norman? Il soldato Manning? Lo stato emotivo di Socrates alla Fiorentina? Sapete se è più importante rimanere umani oppure essere pazzi ed affamati?.
Ed ovviamente… Arriverà mai questa consapevole RIVOLUZIONE?

wu-ming-sonnambuli
Le vicende ed i testi sono sorprendentemente curati e ben inseriti nella forma canzone. Curati a tal punto che la firma è quella di WU MING 2 (che se li canta tutti) e che sono stati sostanzialmente il recupero e il riadattamento di una antecedente pubblicazione su una nota rivista italiana. La formazione dei WU MING CONTINGENT comprende poi YO GUERRA al basso, CESARE FERIOLI alla batteria e per rimanere in famiglia WU MING 5 alla chitarra (già nei Nabat).
All’inizio Bioscop può sembrare uno strano reading non focalizzato ma superata questa prima errata sensazione si entra appieno nel linguaggio delle 10 tracce, sorrette da un buon e consapevole punk anni ’90, il rock dalle radici new-wave, le digressioni jazzate che esprimono sia la matrice culturale nella quale i nostri crescono sia il gusto e le passioni che si possono evincere anche nei loro testi: il risultato è quindi un substrato sonoro fertile ed in continua mutazione su cui adagiare i testi e rendere partecipe l’ascoltatore dei dubbi, delle circostanze, del mistero e del fascino che ogni “racconto” esprime. Ecco così la velocità di Fangio, la passione politica di Socrates, la solitudine di Norman, l’insegnamento di Arrigoni per citarne alcuni.
Si richiede concentrazione, astenersi i perditempo con il dito facile per skippare selvaggiamente le canzoni.
Come si diceva il primo impatto è spiazzante, poi si inizia a fare amicizia con il suono e con la parola, ci sono momenti in cui cala lo spessore della proposta perché “pesante” la recitazione, perché “sfuocata” la musica in sé, perché tanta sincerità non implica quasi mai simpatia incondizionata e può succedere di trovarsi “contro”, ma presto si torna a catalizzare la propria attenzione sulla musica, sui testi, in alternanza o in comunione: e sentirsi vivi viene da sé, e viene fame di altri dettagli, di altri suoni, di carpire nuovi stimoli che certo sono in abbondanza.
Questa responsabilità musicale e di contenuti si regge sull’entusiasmo di una “granbella” etichetta che non è assolutamente indifferente alla musica di spessore. La Woodworm infatti ha inanellato una serie di uscite molto importanti, ma la proposta di Wu Ming Contingent preceduta di pochi mesi da quella di Bologna Violenta ed il suo importante docu-album Uno Bianca (andatevi a vedere il concerto dal vivo, a bocca aperta si resta, con in compenso i pugni chiusi e la testa in continua ricerca di un equilibrio morale), dimostra che è possibile ancora produrre frequenze sonore per l’anima.

 

WMCNorman

Digressioni dalle ossa: LA RIVOLUZIONE NON PASSA…
La rivoluzione non passa. La rivoluzione non passa. La rivoluzione non arriverà più. La rivoluzione non passa…mi son ripetuto ossessivamente questo mantra in questi mesi cercando nei testi delle canzoni stimoli per credere ancora che esista musica in grado di infondere speranza nel cambiamento e fornire una memoria storica concreta.
Sono uno che ancora crede che le parole nelle canzoni possano realmente essere “disciplina del vivere” ma, forse, recentemente si sono perse in un’estetica troppo compiaciuta o addirittura in una frivola sostanza che a guardarla meglio risulta un vento leggero. Forse ignoranza, forse paura di esprimere concetti che ai più risultano scomodi. Sicuramente non un vento di rivoluzione.
Tutto questo però prima di BIOSCOP.
Tutto questo perché BIOSCOP dei WU MING CONTINGENT è un incalzare di suggerimenti e stimoli nel rimanere vigili ed attenti non solo al proprio quotidiano ma anche a quel flusso che ci circonda, che potremmo definire storia, ma anche coscienza collettiva, di questi tempi merce rara. Insomma un punto di partenza per pensieri articolati e profondi anche dopo che si è spento il “giradischi”.
La istruzioni d’uso prevedono il fatto che a seguito dell’ascolto di questo album, le opinioni personali non si possono tralasciare, nemmeno nel caso di ascoltatori occasionali.
Vorrebbe dire essere asettici oppure sordi. Vorrebbe dire essere superficiali oppure distratti.
Quindi rimanerne indifferenti vorrebbe dire non capire il significato più intimo ed intenso, non voler accettare il consiglio prezioso di chi alza la testa ed amplia il proprio sguardo aldilà delle barriere convenzionali.
Personalmente credo sia un album necessario, ma soprattutto tempestivo, sicuramente sincero.
Materia che travalica la musica ed il fatto di essere semplicemente un prodotto sonoro: al suo interno vi sono troppi riferimenti al pensiero libero e ad uno sguardo diverso, in un momento storico confuso in cui l’attualità viene riscritta e rielaborata, da vincenti autoproclamati e re privi di trono, commentatori onniscienti privi di conoscenza e annebiatori morali e razionali, che infondono continuamente notizie alterate ed avariate. A tal punto che ormai non si fermano solo all’attuale ma stanno anche procedendo a ritroso nella storia. Gli eroi sono riscritti oppure costruiti, con la conseguenza di perdere nella memoria collettiva coloro che la storia l’hanno vissuta in prima persona o ai margini, ma che rischiano di restare invisibili ai posteri sebbene l’abbiano vissuta realmente.
Avendo quindi ancora BIOSCOP, che mi gira ardentemente in testa, posso dire che non è la rivoluzione che non passa da queste parti, ma altresì è la voglia di rivoluzione che non passa dal profondo di chi necessita di rimanere reale. Rimanere vivo. Rimanere umano.

….per continuità di pensiero LUTHER DELLE OSSA

 

 

https://soundcloud.com/woodworm/05-la-rivoluzione-non-sara

 

“Up To Down Music Contest”: per 2 band friulane la possibilità di aprire il concerto dei Down

image003SARANNO DUE BAND FRIULANE AD APRIRE L’UNICO GRANDE CONCERTO METAL DELL’ESTATE IN FRIULI VENEZIA GIULIA.

Se il concerto dei mitici DOWN di Phil Anselmo, lo storico frontman dei leggendari Pantera, in programma il prossimo 11 agosto a ingresso gratuito al Festival di Majano era stato battezzato sin dal suo annuncio come l’unico grande evento metal dell’estate in Friuli Venezia Giulia, oggi con l’annuncio del “Up To Down Music Contest”, che permetterà a due band friulane di aprire il concerto, entra di diritto nel novero dei più importanti concerti dell’estate in Friuli Venezia Giulia. Prendono il via oggi e saranno aperte fino al prossimo 30 giugno le iscrizioni, assolutamente gratuite, per l’atteso contest organizzato dal Festival di Majano e Azalea Promotion in collaborazione con Homepage Festival con l’obiettivo di supportare e valorizzare gli artisti emergenti del Friuli Venezia Giulia. Essere friulani sarà infatti l’unico requisito fondamentale, assieme all’esecuzione di brani metal, hardcore, rock o comunque generi musicali affini, per prendere parte alla gara che metterà in palio l’esclusiva opportunità di suonare sullo stesso palco dei Down del grande Phil Anselmo, autentica icona della musica metal in tutto il mondo. Per iscriversi e partecipare sarà sufficiente compilare in tutte le parti il modulo scaricabile sul sito www.homepagefestival.com e sul sito www.festivalmajano.it e allegare un link con un video o un brano della band. Di volta in volta, i video verranno caricati sul sito dell’Homepage Festival, votati dal pubblico fino al 30 giugno e condivisi su Facebook. Le 3 band più votate, valutate sula base dei “mi piace” raccolti, assieme a 2 delle band iscritte scelte dagli organizzatori, per garantire alla sfida il più elevato livello qualitativo possibile, si sfideranno in una finale in programma sabato 12 luglio a Udine al Parco del Cormor e inserita anche nel cartellone dell’Homepage Festival. Le 2 migliori band della finale, valutate da una giuria di giornalisti e addetti al lavoro, avranno l’esclusiva opportunità di aprire il grande concerto dei Down in programma l’11 agosto al Festival di Majano condividendo lo stesso palco con Phil Anselmo e compagni. Una news straordinaria che di certo farà felici i tantissimi musicisti regionali e i tantissimi appassionati di musica metal che potranno dunque vivere una giornata indimenticabile con i Down, la band originaria di New Orleans nata nel 1991 per iniziativa di 5 ragazzi che suonavano già in altri gruppi più o meno famosi, su tutti il grande Phil Anselmo, già voce e leader dei Pantera, gruppo di riferimento mondiale del genere metal degli anni Novanta. Il primo album dei Down è “Nola” del 1995, contenente tredici brani che mischiano influenze di gruppi come Black Sabbath e Lynyrd Skynyrd. I testi sono tutti scritti dallo stesso Phil Anselmo, con uno stile che ricorda quello comparso poi sull’album “The Great Southern Trendkill” dei Pantera (1996). Dopo una lunga pausa, nel 2002 i Down pubblicano il loro secondo capitolo: “Down II: A Bustle in Your Hedgerow”. Il titolo del disco è tratto da un verso di “Stairway To Heaven” dei Led Zeppelin e rende bene l’idea di quali saranno le atmosfere del nuovo lavoro: più melodia, arrangiamenti più curati e la voce di Anselmo a tessere melodie disperate. A metà del 2006 i cinque musicisti annunciarono di aver ripreso a lavorare insieme ad un nuovo disco e partirono anche per una tournee europea che toccò Germania, Inghilterra, Irlanda, Francia, la Scandinavia e anche l’Italia. Il 25 settembre del 2007 vede dunque la luce il terzo lavoro della band statunitense, dal titolo “Down III: Over the Under”, seguito da un lunghissimo tour nordamericano. Dopo due anni di assenze dalla scene, lo scorso 13 maggio i Down sono tornati prepotentemente con il nuovo Ep intitolato “Down IV – Part Two!”, atteso e annunciato sequel di “Down IV – Part One”, che ha già ottenuto moltissime recensioni entusiaste sia della critica che del pubblico e verrà presentato dal vivo in tutta Europa con il nuovo tour al via il 1° agosto dalla Lituania. In Italia sono previste solo due date: al RockPlanet a Pinarella di Cervia il 12 agosto e il giorno precedente, lunedì 11 agosto, in Friuli Venezia Giulia al Festival di Majano (Udine). Info su www.festivalmajano.it PER INFO SU “UP TO DOWN MUSIC CONTEST”: www.homepagefestival.com PER INFO SUL CONCERTO DEI DOWN E SUL FESTIVAL DI MAJANO: PRO MAJANO – tel. +39 0432 959060 – www.festivalmajano.it – promajano60@gmail.com   (comunicato stampa)

Electrosonic in concerto al Visionario di Udine

ElectrosonicVenerdì 13 giugno alle ore 21.00 al bar del Visionario gli Electrosonic – band friulana che ha già ottenuto apprezzamenti, soddisfazioni e riscontri in tutta Italia – presenterà al pubblico “Past Present Future”. Un album innovativo, accattivante, ricco di raffinate sonorità elettroniche ed atmosfere che viaggiano tra rock, pop ed ambient music. Past Present Future spiega l’importanza di vivere il presente in maniera libera dai ricordi negativi del passato, per creare così il migliore dei futuri possibili. .

Electrosonic, oltre ad essere un progetto originale, rappresenta un diverso modo di concepire la musica: il concetto di musica elettronica si unisce a quello di musica live e lo show vede a sua volta una continua fusione, in cui le proiezioni video si uniscono alle sonorità, un canale diretto e multisensoriale tra band e pubblico. Nel 2013 la band è entrata in compilation nazionali ed alcune canzoni del loro nuovissimo album sono state mandate in onda in centinaia di radio italiane ed estere, cogliendo grandi consensi ed interessamenti. Guido Tonizzo, orecchio assoluto dalla nascita, è autore-compositore, nonché cantante, tastierista ed arrangiatore del progetto, e si avvale di musicisti esperti ed unici nel loro stile. Con lui sul palco Nicoletta Zilli (voce, cori), Davide Garbin (chitarra elettrica e acustica) e Stefania Della Savia (basso, cori).

Il concerto sarà ad ingresso libero

Davide Tosches – “Luci Della Città Distante”

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(Controrecords, 2014)

“Luci Della Città Distante” è un disco concettuale, intenso, potente e allo stesso tempo minimale. Appartiene a quella categoria di album che meritano un ascolto dedicato in una dimensione personale e intima, magari con le cuffie e preferibilmente al buio.

Il terzo lavoro di studio di Davide Tosches, co-prodotto da Giancarlo Onorato per la Controrecords dello stesso Tosches, è un’istantanea in chiaroscuro di uno scenario quasi apocalittico e deumanizzato con al centro una Natura sopita e meravigliosa.

Difficile scomporre questo disco in una semplice successione di nove canzoni, “Luci della città distante” si presenta in effetti come un autentico “concept album”, un unico piano sequenza che ritrae elementi di un paesaggio campestre dove assieme ad un senso di quiete ed equilibrio emerge inquieto il vuoto lasciato dall’uomo. Musica e testi sono scarnificati, la produzione è essenziale ma molto curata e vede dietro il lavoro di una nutrita schiera di musicisti: partecipano agli arrangiamenti il contrabbasso di Federico Marchesano , la tromba e il flicorno di Ramon Moro, gli archi di Catherine Graindorge, le percussioni di Vito Miccolis, le chitarre elettrificate di Hugo Race, l’organo e il piano Wurlitzer di Massimo Rumiano. Una piccola orchestra che incornicia il procedere lento e per moti circolari di melodie apparentemente monocorde guidate dalla voce e dalla chitarra acustica del cantautore torinese; melodie capaci anche di costruirsi attorno a silenzi che arricchiscono il disco di atmosfere bucoliche sospese e lievi.

Man mano che si addentra nell’ascolto la civiltà urbana si scompone, sfuma per sottrazione e si lascia dietro solo scheletri di edifici, echi di sirene e fievoli barlumi di luci, come gli ultimi ruderi abbandonati di un mondo in via di estinzione. Tosches non si concede a facili retoriche ecologiste ma con semplicità restituisce ad un’esistenza non più compressa dalle quotidiane vicissitudini umane, i tempi primordiali del succedersi di giorno e notte, estate e inverno, vita e morte.

Un disco difficile e ambizioso che non si presta ad ascolti fugaci mentre si è indaffarati a fare altro, ma che regala all’ascoltatore più appassionato e paziente una decadente malinconia che si appiccica al cuore.

Voto: 8/10

https://www.youtube.com/watch?v=xJB0gxxTnHI

MANO – La pulce nell`orecchio

MANOLa pulce nell`orecchio” é l`album d`esordio del cantautore MANO, al secolo Marco Giorio.

MANO é un cantautore coraggioso e poliedrico, classe 1983, ha già una lunga storia di musicista alle spalle, polistrumentista con diversi progetti di band, che lo hanno portato già ad esibirsi al festival Rototom Sunsplash, ed a vincere il famoso concorso Rock Targato Italia.

É difficile definire questo album: certamente é ricchissimo di suoni e collaborazioni (riportiamo i credits), che dimostrano il ricercato lavoro del cantautore roerino, la capacità di fondere proprie idee con quelle altrui, ed una scrittura matura – i testi sono in italiano – che racconta ad immagini fotografie del tempo. Stile e personalità ricordano altri cantautori italiani come Bugo e Dente.

L`album, prodotto dall`etichetta La Fame Dischi, é scaricabile gratuitamente a questo link.

http://lafamedischi.com/lsd-01

 

LA PULCE NELL’ORECCHIO – credits
Autoproduzione. Registrato da Marco Giorio (MANO), a cavallo tra il 2012 e il 2013, con lo studio mobile “Mica$tudio”. Mixato da Mano e Igor Giuffre’ sempre al Mica$tudio. Masterizzato da Andrea Brasolin al MyBossWas di Torino. Hanno suonato :
– MANO (voce debole, cori, chitarra acustica, chitarre elettriche, basso, programmazione elettronica, percussioni, vocal drum)
– AGANJI (chitarre elettriche autoprodotte, tappeti sonori, effettistica, cori)
– ANTONIO VOMERA (basso elettrico)
– CRISTIAN LONGHITANO (batteria, percussioni, loop)
– ANGELICA VOMERA (ultravoce)
ospiti :
– Marco Piccirillo (contrabbasso)
– Cecile Delzant (violino)
– Matteo Cancedda (percussioni)
– Pietro Valsania (voce)
– Enrico Botti (chitarra classica)
– Giuliana Labud (pianoforte)
– Bruno Valsania (mandolino, buzuki irlandese)
– Andrea Perona (chitarra elettrica)
– Andrea Pisano (CKB, looper)

testi e musiche di Marco Giorio (MANO)

http://www.youtube.com/watch?v=XSyJT7eLRTc

Pierpaolo Capovilla – Tour per il suo primo album da solista

obtorto-colloEbbene si’! Non stiamo parlando di One Dimensional Man o del Teatro Degli Orrori, ma di Mr. Pierpaolo Capovilla. Il bassista e cantante di Arese ha infatti deciso di dedicarsi a un progetto solista.
L’album s’intitola “Obtorto Collo” ed è uscito per la Tempesta Dischi, etichetta che ha pubblicato i tre album del Teatro e gli ultimi due di One Dimensional Man.
Noi di The Great Complotto Radio abbiamo avuto l’onore di assistere alle prove del tour del suo nuovo disco presso il Naonian Concert Hall di Pordenone.
Atmosfera molto rilassata e nello stesso tempo professionale a cui abbiamo assistito è indice di un’elevata esperienza e consapevolezza che è tipica di un Frontman come Capovilla.
I brani che abbiamo ascoltato durante queste giornate di prove si sono distinti per la loro ecletticità. Atmosfere a volte cupe e strofe raccontate dalla voce profonda di Pierpaolo, si sono intrecciate con canzoni Fusion e sonorità che ricordano i Pink Floyd dei tempi d’oro!

Di segiuto il videoclip del primo singolo estratto da Obtorto Collo

https://www.youtube.com/watch?v=SW-pKblBGT8

Punkreas – Canzoni a km 0

imageDomani, 10 giugno 2014, esce il nuovo album dei Punkreas, Canzoni a km 0, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare in anteprima.

La band milanese, dal punto di vista tecnico, può fare scuola: si sono formati nel lontano 1989, ed in 25 anni di carriera hanno dimostrato album dopo album una straordinaria capacitá di migliorarsi, innovarsi, e rinnovarsi nel sound, negli arrangiamenti, nella costruzione dei loro progetti musicali.

Il nuovo album, come spesso accade a band con una lunga storia alle spalle, é il risultato di uno sguardo al passato: infatti sono presentate 11 cover (7 delle quali addirittura precedenti alla nascita della band) dai testi e messaggi ancora attuali, riarrangiate e riproposte con una rinnovata energia.

Due sorprendenti note in un lavoro che decisamente coglie nel segno e negli intenti: la prima é “Il mondo”, il brano del 1965 di Jimmy Fontana, così lontano dal loro stile e dalla loro storia, ma che invece svetta per modernità; l`altra é una canzone dei Sangue Misto, band sconosciuta ai più, ma la cui “Cani sciolti” si regala oggi una seconda opportunità.
Tracklist:
01 IO STO BENE originally performed by CCCP (1985)

02 IL MONDO originally performed by JIMMY FONTANA (1965)
Feat. Piotta

03 NUOVA OSSESSIONE originally performed by SUBSONICA (2002)
Feat. Samuel

04 LA TEMPESTA originally performed by TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI (2000)
Feat. El Tofo

05 SOTTO PRESSIONE originally performed by AFRICA UNITE (2000)
Feat. Bunna

06 REALITY originally performed by RICHARD SANDERSON (1980)
Feat. Alteria

07 CANI SCIOLTI originally performed by SANGUE MISTO (1994)

08 POLIZIOTTO originally performed by ALBERTO RADIUS (1979) Feat. Alberto Radius guitar solo

09 LA BALLATA DEL PITTORE originally performed by ENZO JANNACCI (1968)

10 PIGRO originally performed by IVAN GRAZIANI (1978)

11 TI RULLO DI KARTONI originally performed by SKIANTOS (1979) Feat. Freak Antoni

http://www.youtube.com/watch?v=qXhkwYhS7ig